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Il papa per mano, Moretti da solo, e il processo a Machiavelli (follie a teatro…)
E’ tempo di viaggi. Di viaggi verso Roma e poi verso Latina,
per la manifestazione di Libera. Ho visto le persone, più precisamente i familiari
delle vittime, piangere alla sola idea che di lì a poco il papa si sarebbe
unito a loro. Che riscatto, amici miei, da decenni di umiliazioni o di
caricature. Non più i reietti, non più i panda da vezzeggiare una volta all’anno,
ma centinaia di donne e uomini in carne e ossa ciascuno con la sua storia,
incastonata dentro una grande storia collettiva. Ebbene sì, ho stretto la mano
a Francesco e ci ho parlato per mezzo minuto quando don Ciotti ha portato
alcuni di Libera a salutarlo sull’altare. E ho provato emozione per l’emozione
che tutti provavamo. Bellissima l’immagine di don Luigi che prende per mano il
papa e lo guida verso quella umanità di cui lui conosce tutti i segreti e l’altro
ha fin lì solo sentito dire.
A Latina l’ aria bella di sempre. Era giusto andarci, dare una mano tutti
insieme a chi finora si è dovuto battere contro i clan in solitudine, in una
delle provincie più mafiose d’Italia. Aggiungo che ormai si può scegliere per
questa manifestazione del 21 marzo la città più scomoda ma quota centomila presenze
viene toccata sempre. Non è esercizio muscolare, o culto delle quantità; è la conferma che la coscienza antimafiosa nel
paese è forte e ormai mobilita anche se non ci sono traumi, fatti dolorosi
grandi a cui reagire (preciso: l’unico di casa mia che non ha una coscienza
antimafiosa è questo computer che la parola “antimafioso” me la sottolinea in
rosso: guarda che non esiste…).
Giorni di viaggi. Misuro i ritardi pazzeschi dei treni, specie sulla costa
adriatica, Freccia bianca compresa, e mi accorgo di pensarla stavolta come il
ministro Lupi: Moretti provi a vedere se gli danno quello stipendio in Germania. Vada pure. Io
penso che il mio amico Mario Tomasoni, manager ottimo, potrebbe fare come e
meglio di lui, e chiederebbe molto ma molto meno. Come tanti altri. Pensate
quel che volete, ma queste società private con le nomine pubbliche sono uno dei
più grandi scandali del nostro capitalismo.
Viaggi, infine, anche l’altra sera. Ho recitato a Torino in un teatro Carignano
affollatissimo anche sui palchi il “Processo a Machiavelli”, regia di Pietra
Selva (e idea di Laura Firpo). Machiavelli era Travaglio, per capirsi, e io
facevo il suo difensore, mentre il presidente era Caselli. Più accuse e
testimoni a carico e a difesa. Divertentissimo. Ma ho dovuto rinunciare agli
applausi finali per correre al treno delle 23. Accidenti, quanto si corre,
amici. Vietato anche il più piccolo narcisismo.
Nando
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