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Il mio nuovo corso. E il vecchio corso dell’Italietta che assalta don Ciotti (interrogativi per voi)
Domani inizia la sesta edizione del grande corso di
Sociologia della criminalità organizzata. Non dico che sono emozionato come la
prima volta. Ma certo “sento” l’evento (come un calciatore “sente” la partita,
dai, l’ho detta). Il bello è che ogni anno ho qualcosa in più da indicare lungo
il percorso compiuto: materie, iniziative didattiche o di ricerca, volti di
collaboratori.
Qui però, oggi, vorrei offrirvi piccolissimi spunti di riflessione sull’assalto
a don Ciotti di cui al post precedente. Prendeteli così, senza impegno.
-Ma è possibile fare un libro del genere e nascondersi dietro l’espediente del
romanzo, quando i protagonisti non solo sono riconoscibilissimi, ma si fa di tutto perché siano riconoscibilissimi?
E’ vero che questo non è un paese di cuordileone, ma credo che a questo punto
non ci si fosse ancora arrivati. Qui c’è l’intenzione di colpire, e di colpire
durissimo, di distruggere cinquant’anni di vita di una persona, ma non ce se ne
prende la responsabilità. Non credo che un giudice si berrà la storia del
romanzo, proprio non lo credo. Anzi, potrebbe essere una aggravante. E allora
brinderò.
-Vista la partecipazione corale all’assalto da parte di diversi esponenti della fu Lotta
continua, vien da chiedersi: ma questi, ancora a settant’anni (ma che noia!), che
cosa hanno contro la legalità? Non gli va bene quella dei carabinieri, e d’accordo,
se no si sentirebbero dei frustrati. Ma nemmeno quella dei preti di strada gli
va bene?
-Dove sarebbe la grande provocazione intellettuale? Finalmente si fa luce sul
mondo del volontariato e dei “Buoni”? Ma mi faccia il piacere…E’ da due anni
che Libera ha posto in modo ufficiale il tema dell’uso privatistico dell’antimafia.
E ultimamente a Latina proprio don Ciotti ha urlato che i primi nemici dell’antimafia
sono le associazioni antimafia, invitando tutti a farsi un esame di coscienza…
Insomma, come dice il carbonaro ad Alberto Sordi prete che lo vuole confessare
(“Nell’anno del Signore”), “è arrivato pensaci”.
-E poi: ma questo paese si vergogna quando ha qualcosa di buono da offrire alla
sua coscienza? Libera è l’unica Ong italiana tra le prime cento del mondo. Non
sia mai, eh… a noi che ce ne fotte, noi vogliamo continuare a essere spaghetti e
mafia.
-Un’ultima domanda, che mi ha suggerito ieri Attilio Bolzoni, mentre al
telefono stilavo con lui l’elenco delle cose scomode che fanno don Ciotti e
Libera: già, chi vuol mettere le mani sui beni confiscati?
Nando
Next ArticleGerardo D'Ambrosio. Grazie