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Al voto al voto. La nave della legalità, lo stupore dei giovani e un grande Gianni Morandi
E’ domenica e oggi si vota. Non ricordo di avere mai votato
in vita mia in una situazione così svuotata di entusiasmi e di speranze. E il
primo voto lo diedi (inutilmente: al Manifesto) nel 1972… Ho deciso di scegliere
saldezza di riferimenti e comprovata capacità di sgobbare (bene). Per il resto
vada come deve andare.
Sono stato a Palermo l’altro ieri per il 23 di maggio e qualcosa potrete
trovare tra poche ore qui a fianco (l’accordo con il Fatto è infatti che
pubblico sul Blog a edicole chiuse). E’ stata una grande giornata. Non so
perché ci sia chi continua a raccontarla attraverso le polemiche di pochi
personaggi, anche stimabili. Io ho visto una bellissima partecipazione emotiva già
sulla nave partita da Civitavecchia, su cui il vostro duttile Anfitrione ha
fatto da conduttore degli interventi delle varie autorità, che occorreva
sottomettere alle esigenze dei giovanissimi ospiti (un bambino seduto per terra
si è subito raccomandato: noi ci dobbiamo alzare alle sei!). Missione compiuta.
La manifestazione dell’altro ieri è stata indimenticabile. Vedevo i miei
studenti stupiti per quanto li circondava e andavano vedendo, gli occhi umidi
più volte. E poi, qui solennemente devo proclamarlo, ho visto un grandissimo
Gianni Morandi. Ma sì, vi parlerò proprio di lui. Perché è giunto del tutto inatteso,
anch’io non ne sapevo nulla. E una volta sul palco non si è atteggiato a
intellettuale, non ha letto una citazione colta respingendo sdegnato gli inviti
a cantare, “perché qui è un’altra cosa”. No, ha offerto quel che di meglio
poteva offrire ai ventimila giovani in corteo. Cioè con molta generosità ha
preso la chitarra e ha improvvisato un concerto del tutto “senza rete”. Un’altra
star non l’avrebbe fatto. Immagina tu cantare senza strumenti adeguati, senza
protezione, con la possibilità di fare una stecca ripreso da tivù e telefonini
e poi rimandato in rete per il sollazzo dei tuoi avversari e colleghi. E poi, i
diritti vogliamo metterli? No. Ha cantato sei o sette dei suoi pezzi, senza un’ombra
di stonatura, il che vuol dire che non si è sfiatato. “C’era un ragazzo”,
certo; anzi è partito, in nome della
speranza, con “Un mondo d’amore”. Ovviamente “Si può dare di più”, riferendosi
alla lotta alla mafia. Ha fatto una versione strepitosa di “Piazza grande” di Dalla,
e ha chiuso con “Fratelli d’Italia”. Le finestre e i balconi si affollavano
ogni minuto di più, con la gente incredula e le signore che cantavano estasiate
dal davanzale le parole della loro gioventù. Chissà perché in queste
manifestazioni ognuno vede cose diverse. Evidentemente ci sono occhi e cuori diversi.
E la sera, amici, che profumo di gelsomini… E’ bella Palermo, anche di maggio,
anche d’estate, quando tanto ha ucciso…
Ieri ho mandato finalmente, con ritardo di quindici giorni, un mio
capitolo a cui tenevo molto per un libro
del Mulino sulla mafie (“Il paradigma del Nord-ovest”, il titolo della mia nobile
impresa). Domani inizio il corso progredito di Sociologia della criminalità
organizzata. Roba per spiriti eletti…Ora vi saluto, e vado a fare il mio dovere
di elettore libero e responsabile.
Nando
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