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Voto. L’analisi in sintesi…
Si può dire che ha votato il 58 per cento. Che i valori
assoluti non sono da urlo. Ma le astensioni hanno sempre un significato. E qui,
prima che ridimensionare il trionfo di Renzi, sono una sconfitta di Grillo. Perché
proprio chi cercava di raccogliere la sfiducia, il disgusto o la rabbia verso
il sistema politico non ha saputo intercettarli, anzi ne ha intercettati assai
meno dello scorso anno, in percentuale e ancor più in voti assoluti. Il rifiuto
di far politica a partire dall’elezione del presidente della Repubblica o dalla
scelta tra Grasso e Schifani, e i toni grevi e minacciosi, che spingono in alto
ma poi bocciano quando ci si dichiara “oltre Hitler” e in realtà si va perfino “oltre
Bossi” nella contumelia, hanno tenuto a casa tanta rabbia e tanta sfiducia. Il
paese, già debilitato da un ventennio di
B., vuole cambiare ma non vuole avventure. Renzi ora ha i numeri per fare le
riforme che la gente aspetta, a partire da quella della pubblica
amministrazione. C’è solo da sperare che il trionfo non dia alla testa a
nessuno. Che il cambiamento si nutra di cultura e buon senso. Se si sia davanti
a una nuova Dc lo dirà solo il tempo. Lo Stato delle clientele e delle mafie
sarà il primo banco di prova.
P.S. E per chi ha il culto della memoria e delle giustizia: oggi sono quarant’anni dalla strage di Brescia…
Nando
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