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Guido e Nando, gemelli sognatori. Storia culturale-gastronomica di una grande organizzazione
Il Fatto Quotidiano, 1.6.14
Ora sono gemelli a distanza. Guido e Nando, Nando e Guido.
Sognatori civili. All’inizio fu una cena. “Erano i primi anni ottanta. Un amico
mi chiese se volevo andare a cena da un suo prof di nome Nando, che insegnava
storia e filosofia e teneva sempre la casa aperta per i suoi allievi, e abitava
nella periferia ovest Milano. Ci andai e ci conoscemmo così, nella celebre
cucina di via Cascina Barocco 2. Pensai che il prof ne sapeva certamente molto
di filosofia, ma che era soprattutto un mago dei fornelli, con quella cucina pugliese
che faceva toccare vertici di piacere. Iniziai a frequentarlo, e a tornare alle
sue cene, che periodicamente venivano sublimate dall’arrivo del suocero con
cassette di pesce fresco da Brindisi. Si parlava di lotta per la legalità, P2 e
mafia, qualche sera c’era anche Gherardo Colombo o altri magistrati che lui
invitava nelle sue scuole”.
Con il tempo Guido Fogacci da Milano e Nando Benigno da Troia, provincia di
Foggia, sono diventati amici per la pelle, a dispetto della decina d’anni di
differenza che all’inizio contavano. E a
dispetto della lontananza, perché a un certo punto il filosofo si è dovuto
trasferire a Brindisi dove le sue arti di mago del fornello rifulgono da
Jaccato, il ristorante già del suocero sul porto. I due si sentono e si
procurano reciprocamente ospiti e idee per le manifestazioni che organizzano:
civili, culturali, politiche. “Ancora oggi per me Nando è il prof, con la sua
cultura ha sempre da insegnarmi”. Guido è figlio di un ferroviere cresciuto
come pastore sull’Appennino tosco-emiliano, che accompagnava i partigiani per i
sentieri conosciuti solo da lui e che per questo fu arrestato dai tedeschi. Raccoglie
pubblicità per Radio Popolare ed è punto di riferimento ormai anche affettivo
per molti inserzionisti. “Ma prima ho fatto di tutto. Perfino il becchino (scoppia
a ridere…). Ho lavorato al museo archeologico del Comune, per un po’ sono stato
in un podere in Maremma con la capre, poi mi sono messo a raccogliere
pubblicità, anche per una rivista alternativa, ‘Erboristeria’. A Radiopop sono
arrivato nel ’91”.
Ogni tanto mette la sua passione per la Resistenza e la Costituzione al servizio
della radio. “Già, domenica 8 giugno faremo una visita alla Casa della
Resistenza a Verbania-Fondo Toce per la campagna di sottoscrizione. Il motto è
‘Radio Popolare bella e possibile…” e io ci ho aggiunto dopo i puntini “e
partigiana!”. E all’abbonamento ho dato il nome di “abbonaggio partigiano”. Da
vicepresidente di una sezione Anpi (“mi raccomando: cita Vladimiro Felletti e
Pierfranco Vitale, partigiano di 89 anni!”), Guido ha fatto un’infinità di
manifestazioni per la Costituzione, senza sbagliarne una. Requiem musicali
affollatissimi nelle chiese, convegni, cicli di incontri. Hai sempre la
sensazione che ci sia dietro un esercito organizzativo e invece scopri che c’è
solo lui, magari con un amico. Costituzione ma anche lotta alla mafia. Per il
19 luglio sta già organizzando con la Scuola di formazione politica Antonino
Caponnetto il ricordo di Borsellino all’Umanitaria di Milano. Un sabato
pomeriggio estivo a Milano…Quando qualcuno gli ha suggerito di anticipare per
comodità la data se l’è mangiato con gli occhi: le date degli eroi non si
toccano.
Sta preparando tutto al telefono con l’amico brindisino, che salirà a Milano.
Ma che nel frattempo sta lavorando anche lui a un’altra importante manifestazione.
“Vogliamo ricordare Renata Fonte qui a Brindisi”, spiega Nando con voce tonante
dalla sua trattoria. Per chi non lo ricordasse, Renata Fonte è stata una delle
vittime di mafia più emblematiche della criminalità organizzata pugliese.
Giovane assessore alla cultura, repubblicana, strenua oppositrice della
speculazione edilizia che si accingeva a devastare il parco naturale di Porto
Selvaggio, venne uccisa nel 1984 dai poteri criminali in combutta con esponenti
del suo stesso partito. “Lo sento come un dovere civico. Ultimamente, a
un’assemblea che la ricordava, sono intervenuti alcuni tipi a chiedere perché
mai dovesse essere commemorata come un’eroina, visto che non aveva fatto nulla
di importante e aveva anche danneggiato l’economia locale. C’era anche don
Ciotti che ha risposto furente che gli dispiaceva di non avere i piedi di Dio
per poterli prendere a calci com’era giusto. La ricorderemo il 4 giugno al
teatro Verdi e ci stiamo organizzando in tanti. Qui abbiamo ancora nel cuore
Melissa, la studentessa sedicenne uccisa da una bomba davanti al liceo
Morvillo-Falcone”.
E’ combattivo, Nando. Anche se ultimamente ha messo in rete il suo sconforto di una sera. Aveva letto quella storiaccia dei fondi immensi andati all’antiracket napoletano, con la presidente coinvolta nelle indagini giudiziarie che hanno portato all’arresto del marito per evasione fiscale. Ho passato la vita a finanziare con i miei soldi le mie manifestazioni antimafia, ha scritto, e mi chiedo in fondo perché, dato quel che si vede in giro. Pensate almeno che qui qualcuno me lo riconosca? Poi gli è bastato rimettersi al lavoro con Guido. L’Italia che discute di politica non sa che cosa debba a questi due sconosciuti signori ormai maturi, gemelli a distanza: in fondo la più stramba e affiatata organizzazione civile vivente in questo paese.
Nando
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