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Forchetti e Cuccioletta. La morte della mafia liquida. E Livorno. E Perugia
Mi capita, dopo la mezzanotte, di sentire “Bang bang”
cantata dall’Equipe ’84; era infilata in un cd regalatomi da amici.
Meravigliosa, che nostalgia. Che nostalgia dell’Italia dove si sapeva che cosa
fosse il pudore. Qua si ha la sensazione di essere accerchiati. Milano e
Venezia unite nella corruzione. Eccolo il famoso Lombardo-Veneto così diverso,
“perché qui c’è ancora l’eredità di Maria Teresa d’Austria”. L’eredità, cari
amici, se la sono ciucciata. Fra l’altro lasciano in giro dei cognomi e delle
frequentazioni che sembrano una fotografia. Come si chiama il generale della
Finanza messo da Maroni a sorvegliare le opera pubbliche in Lombardia e
risultato ottimo amico del suo collega veneto Spaziante, arraffone assai (e a
suo tempo, si badi, raccomandato da Lavitola a Berlusconi come comandante
generale del corpo)? Si chiama Forchetti. E come si chiama il magistrato delle
Acque messo a libro paga dalla cricca veneziana, il fido esecutore della loro
volontà? Si chiama Cuccioletta. E chi sono i testimoni di nozze di Galan?
Berlusconi e Dell’Utri, due nomi due garanzie. Devo dire che questa storia dei
magistrati messi a libro paga per 400-500mila euro l’anno mi ha colpito mica
male. Nessuno dica più che ci si fa corrompere perché gli stipendi sono troppo
bassi. Questi sono malati, bacati in testa. Poi vedo che Francesco Iovine parla
delle sentenze aggiustate per la camorra e penso che quando tutto sarà pubblico
ne vedremo delle belle. Così come ne vedremo delle belle quando qualcuno si
deciderà a raccontarci dall’interno la storia delle sentenze dei Tar e del
Consiglio di Stato.
Intanto però -gaudeamus igitur- ne ha fatta una davvero buona la Cassazione,
che ha confermato la sentenza di Infinito, il troncone lombardo del processo
che nel 2010 mise insieme i clan calabresi di Reggio e di Milano-Brianza. Una
sentenza storica. Non solo per le condanne ma perché ha finalmente certificato
l’unitarietà della ‘ndrangheta, almeno in Lombardia, con tanti cari saluti alla
“mafia liquida”… E di Livorno che va ai 5Stelle vogliamo parlarne? O preferite
parlare di Perugia al centrodestra dopo che il centrosinistra aveva sfiorato la
maggioranza assoluta al primo turno? Il fatto è che è finito il tempo delle
rendite di posizione. Nessun dorma sul 40 per cento, è forse irripetibile. E in
ogni caso la corruzione si paga. A proposito: ma davvero quel povero Greganti
non lo conosceva nessuno? Lui entrava e poi girava solingo per i corridoi e non
trovava nessuno che gli regalasse un barlume di umanità…Come diceva Peppino (De
Filippo), “non si può fare del bene a nisciuno…”
Nando
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