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Scoperte e piaceri: socraticamente parlando…
Signore & Signori, ho finito le lezioni. Ho finito ieri
anche l’ultimo corso: quello progredito
di Sociologia della criminalità organizzata. Con commozione (e con una copia di
“Poliziotta per amore” in regalo a ciascuno) mi sono separato dalla mia
pattuglia di studiosi gentili e sopraffini. Al termine del corso di base avevo
detto a chi mi aveva annunciato l’intenzione di venire anche al progredito
“be’, ci divertiremo” . E così è stato. Anzi, di più. Ed è stato bellissimo.
Non so come sia accaduto, ma da un certo punto in poi mi è venuto di chiamare
continuamente in causa gli studenti (anzi le studentesse, che erano i tre
quarti, l’antimafia è donna…). Di chiamarli per nome e di interpellarli. Fino a
quando con il focus group -di cui vi ho qui detto, zoticoni…- c’è stato il
salto definitivo. Loro parlavano e io interloquivo, e ci mettevo dentro i miei
ricordi personali, poi piazzavo riflessioni apparentemente casuali e si
continuava. Ne è nato un tessuto di idee e di riflessioni e di conoscenze di
fatto che li ha spinti verso livelli di formazione insperati. Giuro, non l’avevo
programmato, ma è uscito qualcosa di assolutamente diverso, un metodo socratico.
Efficacissimo, scoperto solo alla mia età. La biondina protesta che Socrate
aveva una moglie odiosissima, e ne terrò conto. Però questa cosa di tirar fuori
idee nuove senza sembrare che si stia studiando o insegnando è affascinante e
lo consiglio a chiunque. Io di sicuro lo rifarò.
Intanto lavoro a un libro sulla storia di Libera, in programma per l’autunno
con le edizioni del Gruppo Abele. Lo stiamo finendo con due delle tre Martine
(Panzarasa e Mazzeo) e con Ludovica Joppolo. E vi annuncio ufficialmente che
sarà strumento prezioso. Vi dico solo che per merito della Mazzeo ci sarà la
più formidabile bibliografia sul movimento antimafia sin qui concepita. E nulla
di più aggiungo. E anzi poco socraticamente chiudo. Chi sa qualcosa invece
parli (con i magistrati…).
Nando
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