Prandelli il reprobo, i Gracchi supremi e i mafiosi scomunicati

 

24 giugno, compleanno del Gracco amatissimo, in vacanza come
solo lui sa inventare: in sei in camper al seguito dei Pearl Jam nel loro tour
europeo. Ha telefonato al padre poco fa perché voleva sfogarsi con qualche “competente
arrabbiato” come lui per la partita della nazionale. E così ci siamo scambiati
le nostre opinioni. L’espulsione di Marchisio c’entra, ma ho visto l’Inter in
dieci eliminare in trasferta il leggendario Barcellona. Non si può giocare una
partita intera senza fare un tiro (uno!) in porta, salva la punizione di Pirlo.
O giocare due partite per fare tre tiri in porta in tutto. Prandelli, ora ce l’hanno
tutti con lui. Si fa presto. Se a uno date un campionato dove i tre quarti dei
giocatori sono stranieri me lo dite voi come cavolo fa a tirar su una nazionale
vincente. Io lo difendo, nonostante gli errori che ha fatto. Dicevano che ci
voleva Cassano. Messo dentro. Che ci voleva Immobile. Messo dentro pure lui. E
sempre lì siamo, anche se si può sempre dire che gli schemi deve darli l’allenatore…
In ogni caso auguri al Gracco, e anche alla sorella che in questi giorni fa
film dalle parti di Matera. E auguri pure a me, che oggi ho scoperto che una
mia laureanda (per fortuna non di Sociologia della criminalità organizzata, e
tuttavia frequentante) mi ha citato in bibliografia come Chiesa, N. D.: ossia
pensa che mi chiami Nando Dalla di nome e Chiesa di cognome. Fantastico, sono
soddisfazioni. Anche per qualcuno che non c’è più.
Soddisfazioni vere le ho avute comunque al grande festival della saggistica di
Fano. Che clima umano e che meraviglia stare nel chiostro delle benedettine all’ora
del tramonto più lungo, con il sole basso che batteva sui mattoni rosseggianti,
e quel freschino delizioso e quel vinello, e quegli amici. Bello anche Trame, il
festival di Lamezia sui libri di mafia, una specie di prodigio che si ripete
ogni anno a dispetto della mancanza di soldi. L’Italia migliore, la Calabria
migliore.
E a questa Calabria ha parlato papa Francesco, scomunicando i mafiosi. Che
meraviglia, ragazzi! Scomunicati…Vi immaginate se la chiesa l’avesse fatto
centocinquant’anni fa invece di far causa comune con i mafiosi prima contro i
liberali poi contro i comunisti? Scomunicati…E ora lo voglio vedere monsignor
Morosini dire che a lui non interessa se alla Madonna dei Polsi i clan
calabresi a raduno organizzano affari e omicidi, perché a lui interessa che si
veda il volto di Maria… (questa l’ha trovata un’altra e diversa allieva). Ci
sono cose semplici da dirsi e da farsi che cambiano il mondo, ma non le
facciamo e non le diciamo. Da questo blog salga un grazie immenso a questo
vescovo argentino…

 

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