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Il ritorno dello scrittore! La lezione tedesca, il mio anniversario e sabato a Milano per Borsellino
Ma ve ne siete accorti che è una marea di giorni che non scrivo o no, sacripanti che vi crogiolate nell’estate temporaleggiante? Dice un mio amico che quando non scrivo “gatta ci cova”, vuol dire che sto facendo qualcosa che mi assorbe assai. E ha ragione. Sto chiudendo la storia di Libera, che uscirà entro i primi di ottobre. Libera compie vent’anni, amici cari. Li fa a dicembre, nel ’94 una conferenza stampa ne annunciò la nascita. Sta venendo fuori un bel libro, che ovviamente sarà pubblicato dalle Edizioni del Gruppo Abele. Con me tre giovani ricercatrici: Martina Panzarasa (coautrice con me di “Buccinasco”), Ludovica Joppolo e Martina Mazzeo. La quale ultima ha fatto la più grande bibliografia sul movimento antimafia di cui si disponga (più di 50 pagine, mica sorbole!). E a voltarsi indietro è davvero una grande storia; anzi stringe il cuore dovere tanto sacrificare persone ed episodi per dare senso storico al racconto e all’analisi.
Stamattina ultimi esami della stagione: Sociologia della criminalità organizzata corso progredito. Intanto continuo con il mio “Manifesto dell’Antimafia”, che incredibilmente per la storia della Regione Lombardia mi è stato chiesto dalla Commissione regionale antimafia di presentare proprio al Pirellone lunedì scorso. A proposito: vi invito tutti sabato prossimo 19 luglio all’ Umanitaria, alle spalle del Palazzo di Giustizia: alle 16.58 esatte inizierà un pomeriggio in ricordo di Paolo Borsellino. Con letture (Alessandra Felletti), filmati e ricordi. Quello di fondo lo farà Giuliano Turone, ma anche il vostro anfitrione dirà qualcosa. Promuove la Scuola di formazione politica Antonino Caponnetto, solita sfidare, con successo, anche i sabati estivi.
Visti i mondiali? Allora, che insegnamenti ne avete tratto, oltre al fatto che bene o male tutti provavano a tirare in porta, e solo l’Italia sembrava che ci avesse il divieto? Io in fede mia questo vi dico: che ha vinto la squadra con l’allenatore che si studia maniacalmente l’avversario, che prende appunti sui suoi quaderni come uno scienziato. Morale: vinci solo se studi l’avversario. Che è quel che ripeto da anni, e di nuovo sul mio “Manifesto”, a proposito di ‘Ndrangheta. Ma vi immaginate un allenatore che va a giocare contro il Brasile senza averlo mai visto e dicendo “secondo me gioca così”? Sette ne piglia, altro che darle.
Il 14 luglio per me è stato un anniversario tutto particolare. Certo, la Bastiglia. Certo, il compleanno di Franceschiello (auguri!). Ma sono stati 45 anni dal mio esame di Sociologia. Fatto in Bocconi, il voto me lo diede un Alberto Martinelli ragazzino reduce dalla borsa a Berkeley: 28, su quel bellissimo libro che era l’Ossowski, le classi sociali. Mi sedetti su un gradino del pensionato, ingresso del femminile, e contemplando un vuoto assolato pensai: chissà dove sarò tra dieci anni. Ecco, sono ancora lì, con la sociologia. Auguri a me stesso. E auguri anche al Senato della Repubblica. Agli italiani gli possono portare via il parlamento e non gliene frega niente. Ma ne riparleremo…
Nando
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