Hegel, la pornopolitica e l’assalto calabrese. Buon Ferragosto!

 

Malinconie di metà agosto. Troppe cose accadono che non mi
piacciono. Le carneficine che continuano, per esempio. Cerco di parlarne il
meno possibile su questo blog, perché non sembri retorica a buon mercato. Ma
provo un male interiore nel vedere. Avevo 17 anni quando scoppiò la guerra dei
sei giorni, Israele guidata da Moshé Dayan, che prese la striscia di Gaza all’Egitto.
Sei giorni… e siamo sempre lì con i macelli, le rappresaglie infinite, e l’Iraq,
e i cristiani…Bestie siamo, appena civilizzate da decine di millenni. Mi rigira
in mente l’idea di Hegel sulla Storia: un immenso mattatoio. In ogni caso vi
consiglio un film delizioso, da cui sono uscito sentendomi meglio. Si intitola “Un
insolito naufrago nell’inquieto mare d’oriente”. Mai titolo fu più sballato. Fa
molto Wertmuller ma non c’entra nulla. E’ proprio su Gaza, ideato con delicatezza
e fantasia e ironia senza pari. Storia di costume, di pane amore e fantasia in
versione palestinese. Si ride, si spera, ci si sente meglio, appunto.

Non parliamo dei baci in Senato. E ora chi avrà più il coraggio di chiamare
Totò Cuffaro “vasa vasa”? Quelli si baciavano tutti, con trasporto, dopo avere
affettato la Costituzione, amico mio amica mia, viene qui che c’è un bacio
anche per te…Se posso osare: uno spettacolo pornografico, almeno sul piano
morale. Chi può si legga Stajano sul Corriere di qualche giorno fa (lo devo
alla blogghista Mariaaa).
Intanto mi sto subendo un assalto furibondo da alcuni rappresentanti della
Calabria, Confindustria, Federturismo, politici regionali, avvocati
spagnoleschi, giornalisti tipo “a Fra’ che te serve?”. La mia colpa? La
relazione presentata qualche giorno fa per il Comitato antimafia del Comune di
Milano (la trovate sul sito del Comune, è l’ultima), e l’allarme lanciato sui possibili
segni di presenze di ambienti ‘ndranghetisti  
o contigui nei lavori direttamente o
funzionalmente legati a Expo 2015. Sono accusato di razzismo, di avere
sostenuto che i calabresi sono tutti mafiosi. Lo dicono e lo ripetono,
ovviamente, senza riuscire a citare uno straccio di frase testuale. Ma si
esaltano tra loro, e fomentano l’odio contro di me che vivo nel lusso, ho solo
il mio cognome, sono un parassita e dovrei “chiedere scusa alla Calabria”. E’
scattata anche la classica vendetta trasversale. Un foglio locale ha titolato
in prima pagina “Quando la sorella di Dalla Chiesa prendeva i voti del ‘mafiosi
calabresi’”, riferito a Simona, che fu consigliere regionale più di vent’anni
fa. E’ un meccanismo potente, scattato da Milano alla Calabria. Loro urlano e
qualcosa vuol dire. Ma dalla mia parte dormono, ci sono le vacanze. Dovrebbe
uscire domani qualcosa con il “Fatto”, meno male che esiste. Subii queste cose
trent’anni fa, allora era la Sicilia. Le tecnologie corrono, le culture civili vanno
come tartarughe. Ho però sorriso per avere trovato (in realtà mi è stato
segnalato…) un cruciverba di Bartezzaghi: un 9 orizzontale, “il Dalla Chiesa
sociologo”, cinque lettere, eddai mi prendo e metto in tasca un sorriso di
vanità.
Buon ferragosto a tutti, specialmente ai miei gracchi se mi leggono da qui a
domani. Novità editoriali? Sì, e ve le dirò. Per ora metto lì le mie speranze.
Che il sole si avvicendi con la luna facendosi vedere, tutti e due.

 

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