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L’Antimafia calabrese e la censura della stampa garantista. Giusto per sapere….
Premessa doverosa. I blogghisti sanno già della polemica scatenata contro di me in Calabria per la Relazione del Comitato antimafia del Comune di Milano, colpevole di avere lanciato l’allarme ‘ndrangheta sui lavori Expo 2015. E sanno già che, per questo, sono stato accusato di razzismo, di volere "cacciare i calabresi da Milano". Si sono alleati nell’accusa un po’ di politici, imprenditori e giornalisti. Sul "Fatto" di martedì scorso il presidente della Commissione antimafia della Regione Calabria, Salvatore Magarò, mi ha difeso con le argomentazioni più sensate. E’ stato immediatamente attaccato da Piero Sansonetti, lo ricordate?, quello che mandò a picco "Liberazione" e che faceva comparsate a gogo da Bruno Vespa, a cui serviva tanto nella parte di quello di sinistra "garantista". Ora Sansonetti, nelle sue peregrinazioni, è finito a dirigere un foglio semiclandestino in Calabria, e siccome è un garantista si è rifiutato di pubblicare la replica del presidente dell’Antimafia calabrese. Questo Blog (che ha dieci volte i lettori del foglio in questione) la pubblica invece in nome della libertà di informazione. Sul nome del foglio semiclandestino (qui oscurato per fare il gioco che vi sto dicendo) invece vi propongo un giochino: vedete, senza andare in rete, se ve ne viene in mente il possibile nome…
Gentile (si fa per dire) Piero Sansonetti,
le sfuggono un paio di questioni di contesto.
1.Il mio breve intervento, parzialmente rimaneggiato e uscito tardivamente su il Fatto, è stato inviato alle 14.50 del 9 agosto a Raffaele Nisticò, un suo collaboratore, che me l’aveva ripetutamente sollecitato.
Di quell’intervento (pure – se vuole – sconclusionato, ma non era un corsivo: non saprei scriverlo) è rimasta una citazione di un paio di righe e un eco nel titolo: "a Magarò va bene così". Cifra invero poco garantista nei miei confronti e del modesto ragionamento imbastito: lo scandalo è la ‘ndrangheta, non le parole di Dalla Chiesa. In quel contesto, a caldo e visto che il destinatario era il giornale da lei diretto, ovviamente era citato esplicitamente l’articolo di Davide Varì (magari se lo faccia inviare da Nisticò).
A distanza di tempo e su altro giornale quei riferimenti sono ovviamente saltati. A me resta l’amarezza e il dubbio che le opinioni distoniche non trovino spazio sul *******.
2. Ieri sono stato raggiunto al telefono da Davide Varì, il quale si è esibito in un crescendo di insolenze. Nervi poco saldi, scortesia e aggressività, in un ragionamento – quello sì sconclusionato – che andava dalla solita pappa del "lei è quello delle caramelle antindrangheta" al "lei guadagna diecimila euro al mese io solo duemila", a "io ho la fedina penale pulita" (veramente pure io), etc. Mah! Chi mi conosce sa quanto di carattere sia mite e incline all’ascolto.
Con chi esibisce una poetica garantista, da vecchio socialista, vorrei però rivendicare il diritto alla complessità e alla singolarità. Se vuole, volentieri le invierò il mio libretto che compendia quasi cento iniziative (oltre le caramelle). Così si potrà "presentificare" meglio il mio operato, spero insinuando qualche dubbio su quanto io possa essere "di destra". Se questo fosse un corsivo, e Sansonetti "di sinistra", direi che sono d’accordo.
"Presentificare", oltre al significato fenomenologico ("ricondurre all’attualità" e "rendersi presente"), spero non le sfuggirà il senso dialettale: si tratta di "un presente", in fondo di un dono.
Mi stia bene e un saluto ai suoi giovani collaboratori, con l’augurio che diventino presto più temperanti e cortesi.
Salvatore Magarò
Nando
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