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La pizza della Gabanelli. Scarpinato. E i miei studenti al Piccolo
Ebbene sì, domenica sera ho quasi divorziato dalla pizza. La
puntata della Gabanelli sulle pizze prima e sui pace-maker poi è stata
strepitosa. Purtroppo. Chiunque l’abbia persa se la vada a cercare. Della
serie: in che mani siamo. Quando si dice che la legalità conviene, accidenti se
è vero. Quando si dice che premiare il merito conviene, accidenti se è vero. Ne
va della nostra salute, della nostra vita. Anche se stiamo a baloccarci ancora
con le fesserie sull’illegalità che risolve i nostri problemi. Chiedere alla
Terra dei fuochi per informazioni. Ma anche a chi si becca le malattie per la
farina zero zero messa nelle pizze per farle riuscire meglio e con meno fatica,
o per l’olio che ci si versa sopra. Sconvolgente la notizia che il costo della
nostra sicurezza alimentare di fronte a una pizza sarebbe di cinquanta
centesimi, massimo un euro. Un euro in più…Il famoso “pugno di dollari”.
Intanto vi dico che sono preoccupato assai per Roberto Scarpinato, perché quel
che gli è accaduto accade quando si muovono i poteri grandi. Gira aria brutta,
bisogna che il movimento antimafia tiri su la testa, smettendola di cliccare i “mi
piace”, che non inquietano nessuno e appagano più che altro l’amor di presenza
di chi (comunque meritoriamente) schiaccia il fatidico tasto. Bisogna trarne
una lezione. Questo non è un fronte in cui ci si possa attestare a difesa di
questo o quel mito, perché i rischi arrivano da ogni parte e dobbiamo avere la
prontezza mentale per coglierli subito. Non è società dello spettacolo, è
società del rischio, e c’è una bella differenza.
Buone notizie invece dal Piccolo Teatro e dalla mia università. Il 3 dicembre
si terrà la prima di “Io dico no”, spettacolo teatrale che resterà in
cartellone quindici giorni e che nasce dalle riflessioni, dalle confidenze e
dalle tesi dei miei studenti in tema di mafia. Pensate: uno spettacolo sulla mafia
per quindici giorni in un teatro come il Piccolo, uno spettacolo che nasce da
studenti e giovanissimi ricercatori universitari (io e Marco Rampoldi ne
abbiamo poi confezionato il testo finale). Mai successo. E infatti il teatro ha
già dovuto allungare la programmazione e raddoppiare le rappresentazioni in
alcune giornate per soddisfare le richieste. E ormai c’è la lista di attesa. Bello
e incoraggiante, no?
Detto questo, vi invito a partecipare a “Contromafie” a Roma: 24, 25 e 26
ottobre. Presenze, riflessioni, discussioni, calore umano necessario, e una
bella iniezione di voglia di fare. Buona giornata a tutti.
Nando
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