Cucchi. E gramscianamente parlando…

 

E così, come aveva previsto il prestigioso “Le Monde”, è
arrivato il mese di novembre. Giusto in tempo per farci chiedere ancora una
volta, dopo l’assoluzione di tutti i già condannati per Cucchi, in che razza di
Stato viviamo. Sembra che lo facciano apposta, come in una interminabile tela
di Penelope. Noi, senza divisa,  
a
cercare di dare fiducia nelle istituzioni a giovani riluttanti. Quelli in
divisa o in toga a togliergliela, in un disegno pervicace.

Volete sapere in che cosa stessi lavorando per voi nei giorni scorsi? In tante
cose, vi risponderò. Una tra tutte è la consegna della “Questione meridionale”
di Gramsci, di cui ho ideato, per festeggiare i dieci anni del glorioso editore
Melampo, una nuova antologia, completa di poderosa introduzione da parte del
vostro Anfitrione. A volte penso di averla fatta un po’ grossa per le tesi che
vi sostengo, per la nuova “questione meridionale” che prospetto (il sud che conquista
il nord). Altre volte mi dico che era mio dovere espormi così, e che se non l’avessi
fatto io altri sarebbero arrivati molto più tardi, guidati da naturale prudenza.
Mah, vedremo; intanto ho preso tutte le contromisure per difendermi dagli
attacchi più pretestuosi.
In ogni caso tornare a Gramsci dà quasi un piacere giovanile. Mi è sembrato di
tornare ai tempi del pensionato Bocconi, quando i diversi volumi dei “Quaderni”
venivano deposti per terra per certificare a chi fosse entrato nella nostra
stanza che mica si scherzava, che eravamo davvero “all’opra chini”.
Piccola nota aggiuntiva. Sapere che Napolitano è intervenuto per impedire
nomine da “profumi e balocchi” al ministero degli esterni un po’ mi ha
rincuorato. Che vi devo dire, ormai ci si accontenta di poco…

 

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