Festival dei beni confiscati. La mia lezione pubblica su Pio La Torre

 

E così oggi inizia il Festival dei beni confiscati di
Milano. E’ il terzo organizzato dal Comune. Leggo che qualcuno (il movimento
antimafia è proprio impagabile…) si chiede malmostoso che cosa ci sia da
festeggiare. Be’, nello specifico il fatto che questi beni siano stati confiscati
e restituiti alla collettività , oltre al fatto che i loro vecchi proprietari
siano stati presi e condannati. O no? O bisogna lamentarsene? Se poi il
riferimento è alla situazione generale, be’, allora non festeggiamo più il
compleanno, né il Natale, e nemmeno facciamo le feste delle nostre associazioni,
comunque denominate… In ogni caso, mentre siamo costretti ad assistere a cose
non da festeggiare ma che fanno letteralmente schifo (l’ultima il tentativo di
alcuni personaggi dei Ros di usare un pentito di ‘ndrangheta per diffamare due
punti di forza dell’antimafia come il maresciallo Gallo e il procuratore
aggiunto Nobili: massima solidarietà!!), il movimento dà segni di salute. Non
vi ho potuto parlare della tre giorni di Contromafie a Roma, il 24-26 ottobre a
Roma, ma è stata magnifica (bravo Lorenzo, bravi tutti!). L’edizione migliore
delle tre realizzate finora. Nessuna demagogia, nel 2009 ce n’era stata tanta e
l’avevo detto subito. Più testa. E un’aria più bella, anche umanamente. Ora a
Milano parte questo grande ciclo, che vede intrecciarsi il progetto del Comune,
quelli dell’Università, quelli del Teatro Piccolo. Due mesi pieni.
C’è però una cosa che, per quel che mi riguarda, sono contento di fare: ed è la
lezione pubblica su Pio La Torre, domani alle 12 nel bene confiscato di via
Curtatone 12. Trovo incredibile che in tante visite o addirittura soggiorni nei
beni confiscati nessuno ricordi agli ospiti che c’è stato un signore che ci ha
lasciato la vita per sequestrare e confiscare i patrimoni mafiosi. O
addirittura che tra gli studenti che
hanno partecipato nelle scuole a iniziative sulla legalità
, il nome di Pio
La Torre venga associato nella metà dei casi alla mafia anziché all’antimafia.
Questa è una colpa immensa di tutti. Che parliamo di memoria ma non la sappiamo
fare, che magnifichiamo l’istituto della confisca, ma non ne raccontiamo le
origini insanguinate. Vi attendo con i miei studenti. E sappiate che la sala in
cui si terrà la lezione verrà data all’Osservatorio sulla criminalità
organizzata per i suoi seminari, le sue iniziative, ma anche per farne un luogo
aperto di studio, discussione e ricerca. E, proprio per questi chiari di luna,
non dovremmo festeggiare?
(il programma del Festival lo trovate su google; domenica pomeriggio, una in
fila all’altra, prima presentazione assoluta sia del libro su Libera –La scelta Libera. Giovani nei movimenti
antimafia
– con Ludovica Ioppolo, Martina Mazzeo e Martina Panzarasa, sia
della mia nuova antologia della Questione
meridionale
di Gramsci, con me medesimo e Pierfrancesco Majorino; regista
Barbara Sorrentini, Radiopop).

 

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