Visco for president. E si torni a Gramsci oggi pomeriggio (severo monito…)

 E così ci ha dovuto pensare il governatore della Banca d’Italia.
Ci voleva Ignazio Visco per dire, tra una Leopolda e una cena col generone
romano, che l’Italia non può riprendersi senza lotta alla corruzione e all’evasione
fiscale (e alle mafie, aggiungo io). Ragazzi, meno male che ci sono i famosi poteri
forti. La politica “giovane” e frizzante parla ogni giorno di Italia ma vive nella
stratosfera. E con la sua insipienza aggrava la crisi invece di contrastarla. Ripeto,
ripeto: la crisi sta nella nostra testa. E se quella non cambia non ce la
faremo mai. Le fasi di crescita o di sviluppo, come quelle di declino, sono
sempre legate alle mentalità dei popoli.
Uno che ci credesse davvero avrebbe
già detto al ministro della pubblica amministrazione o della semplificazione o
quel che c’è: amico o amica che non stai qui solo a fare comunicati stampa, vai
in giro, vedi tutte le inutili vessazioni burocratiche che infliggiamo ai
cittadini, studia in tutti i settori della vita nazionale che cosa fa perdere
tempo inutilmente, che cosa scoraggia il famoso “fare”, e toglilo di mezzo. Parla
con gli imprenditori, con i commercianti, con le università, con le associazioni,
con i consumatori; e libera l’Italia dalla sua peste.

Sgessiamo il paese. Ogni passaggio burocratico è una richiesta di favore o
addirittura una tangente in più, perdita di tempo in un mondo che corre, non
basta che il capo del governo si metta le scarpe da ginnastica per ché il suo
paese corra. Fine del predicozzo.
Va bene intanto il festival dei beni confiscati milanese. La gente partecipa,
la gente si rende conto finalmente. Ho tenuto con qualche emozione (e come
evitarla?) la lezione pubblica su Pio La Torre e mentre la facevo mi rendevo
conto ancora di più della grandezza del personaggio. Chi fa educazione alla
legalità si faccia anche carico di un po’ di storia, perbacco. Perciò faremo
storia e attualità oggi presentando nel bene confiscato di via Monti 41 il libro
sulla storia sociale dei vent’anni di Libera (“La scelta Libera”) alle 17, e
poi alle 18 la mia nuova antologia gramsciana sulla Questione meridionale: un
tuffo nel grande pensiero politico (e vi assicuro che si respira!) e un ritorno
ai “Quaderni del carcere” per capire a fondo la crisi di oggi, ovvero perché il
peggio del sud sta conquistando il nord. Il primo libro è (ovviamente e
simbolicamente) delle Edizioni Gruppo Abele, il secondo invece è di Melampo,
che celebra così i suoi dieci anni di vita. Premiateli questi dieci anni, visto
che vi hanno dato tanti libri sulle cause più giuste. La nuova “Questione
meridionale”  sarà in libreria il 21.
Prenotate gente, prenotate! E buona domenica a tutti.
 

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