Grillo, papa Giovanni massone e il deputato piddino che si compra gli esami

 

Questo è quello che ho scritto sul Fatto di oggi (domenica) a proposito del ritiro (?) di Grillo.
"Purtroppo, o per fortuna, i partiti non si inventano. Le
liste elettorali sì, e a qualcuno riesce anche bene. Se ha soldi o carisma. Poi
però arriva il momento della politica. E si sente l’assenza di una storia e di
radici ideali comuni. Se in più piovono impreviste le sconfitte o addirittura
le legnate elettorali, e sullo sfondo si stagliano le responsabilità senza
scampo (il Quirinale), allora tutto viene messo in discussione: in questo caso gli
ordini che arrivano da personaggi esoterici, i sillabari delle espulsioni, i
caroselli di nomine e sconfessioni. E il leader carismatico diventa un Atlante
spossato. Incapace di rigenerarsi. Poiché Grillo ha rappresentato, a ben
vedere, non la negazione della politica così com’è oggi, ma la sua
“esagerazione”. Il comando dall’alto, l’annuncio enfatico, il primato
dell’immagine, l’abdicazione alla funzione pedagogica. Alla testa di una massa
di novizi e anche perciò diversi. Di cui sarebbe un peccato perdere ora il
patrimonio di freschezza. Ma per tenerlo insieme ci vorrebbe un partito…".
Ma non potrei chiudere il post se non dicessi del divertimento che ho provato vedendo che ci sono ancora in giro libri-verità che facendo parlare a ruota libera un massone ci rivelano che anche Giovanni XXIII era massone…O del divertimento (si fa sempre per dire) che ho provato vedendo che il deputato Pd Marco Di Stefano si è comprato quattro esami a non so quale università (telematica…). In Scienze giuridiche. Editoria e politica "progressisti". E che progresso volevate, ciucci che non siete altro?

 

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