Quei magnifici tre dell’altra sera. Racconto intenerito

 

Devo essere sincero. L’altra sera, nel momento in cui ci
sono entrato, questo blog aveva 3 lettori più me medesimo. Mai successo. Un
abisso dai 450 e passa che trovai una mezzanotte di alcune settimane fa, subito
segnalandolo con entusiasmo, con orgoglio. E certo se ora vi segnalo anche
questa punta minima è per onestà intellettuale. Ma è soprattutto per un’altra
ragione. Ed è che dopo il primo sconcerto ho provato quasi una stupenda sensazione
di intimità, di amicizia, di colloquialità. Ho detto più volte, infatti, che il
Blog è stato immaginato per raccontare quel che faccio e penso ai tanti amici
sparsi per l’Italia, con cui purtroppo non riesco a comunicare. Ecco, quando ho
visto “3” ho pensato a tante cose. Alle feste che bloccano i polpastrelli: sono
passati addirittura due giorni senza che sulla posta universitaria arrivasse
una sola mail di studenti o colleghi (anche questo un record assoluto). Agli
uffici pubblici chiusi e da cui verosimilmente in tanti, negli orari più
svariati, occhieggiano su queste righe quando sono al lavoro. O ai nottambuli
da viaggio, che in questi giorni hanno cose più emozionanti da fare che
viaggiare in rete. Ma progressivamente e con sempre più tenerezza ho pensato a
quei tre. Chi diavolo saranno? Ho provato a immaginarli. Sei tu, amico cinefilo,
che mi segui sempre con simpatia? Sei tu Niudil, o Benigno di nome e di fatto,
o Riccardo cuor di leone? O tu, cara prof che lavori con i disabili? O c’è un
ragazzo di qualche sperduto circolo antimafia? O un mio allievo/allieva? O un
lontano compagno di scuola? Un curioso? Un cugino che fa il tifo per le mie
battaglie? Ecco: li avrei voluti vedere in faccia, quei tre. Proporre loro di
prenderci un amaro insieme, o una grappa (a proposito!), o -ultima moda per i
miei ospiti- del tè mescolato a brandy. L’hai visto il mio presepe, amico,
amica, la vuoi una visita guidata, te la faccio volentieri, ti racconto una
storia che non potrai sapere mai nei dettagli. Avrei voluto stringer loro la
mano. La rete smisurata, che ti frantuma l’esistenza, che unisce quattro
persone una notte di Natale. Bellissimo. Chi vorresti come presidente della
Repubblica? Zagrebelsky, Rodotà? Prodi? La Pinotti o la Bonino? Caselli o Gherardo
Colombo? A me basta che non mettano un cretino. E nemmeno un disonesto. E
nemmeno uno che fa rubare gli altri perché ama il quieto vivere. E nemmeno un
vanesio. E neppure un fazioso. Come dite, amici, che sono troppo esigente? Già,
in fondo deve fare solo il presidente della Repubblica, non bisogna alzare
troppo le aspettative. Però prima di lasciarci promettetemi che ci rivedremo
presto. Magari per discutere del seguito di Mafia Capitale, che mi sa che sarà
nutrito e neppure indolore. Oppure per discutere di queste navi sempre zeppe di
clandestini e che non rispettano le leggi, tanto non le rispetta nessuno.
Non sarete più solo voi. E questo mi conforterà. Ma intanto mi avete fatto un
regalo grande: mi sono sentito in compagnia.

 

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Next ArticleUn americano alla corte di re Artù. Auguri ai blogghisti!!