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Con il cuore a Kobane. I pugni nello stomaco. E chi firma la mia petizione per il Quirinale
Chiedo subito scusa se questi consigli per gli acquisti
arrivano fuori tempo massimo. Ma quel che vi dirò l’ho letto ieri in aereo
tornando a Milano per una full immersion di esami e ricevimento studenti. Il
penultimo numero dell’”Internazionale” ha ospitato uno splendido reportage a
fumetti di Zerocalcare su Kobane, la piccola città al confine turco-siriano
dove i kurdi combattono, in assoluto abbandno, la loro battaglia contro l’Isis.
Bellissimo. Quando ho aperto il giornale mi sono domandato perché diavolo
avesse dedicato tante pagine, più di quaranta, a un fumetto. Mi sono ricreduto.
E’ una forma di giornalismo originale e che trasuda testa e cuore. L’autore,
poco più che trentenne, dimostra una sensibilità e una profondità rarissime. Vi
assicuro che vale la pena. Ci aiuta a
ridimensionare tutto, a capire dove si giochino davvero le sorti del mondo e
grazie a quali persone. Non ve lo riassumo perché vi toglierei il piacere di
una lettura che merita di essere goduta (artisticamente, perché se no son pugni
nello stomaco) dall’inizio alla fine. Leggera, ironica, dolce, irriverente,
sconvolgente.
Un pugno nello stomaco è stata invece per il mio pubblico della Humboldt di
Berlino la proiezione di “La mafia uccide solo d’estate” (sottotitoli in
inglese). Alla fine c’era, con l’emozione, quasi l’incapacità di prendere la
parola. Avevo avvertito: il film spiega che per sconfiggere la mafia dobbiamo
sapere sconfiggere anzitutto la nostra storia. La nostra storia, appunto; se è
vero, come vado ripetendo da quasi trent’anni, che la vera forza della mafia è
fuori dalla mafia. Vedo che oggi l’inaugurazione dell’anno giudiziario ha
ricordato ai tanti smemorati che la ‘ndrangheta si sta mangiando il paese. Chissà
se questo basterà alla famosa classe politica governa per tenerlo a mente
almeno tre giorni. Il guaio è che non leggono, ma ascolticchiano. Non voglio
tracciare confronti un po’ convenzionali. Ma a Berlino noto una ricchezza di
librerie, anche piccole, come da noi non esiste più. Dunque Internet e la
grande distribuzione valgono solo per noi, solo da noi sterminano le librerie?
O il fatto vero è che è la nostra (antica!) civiltà a essere votata alla chiacchiera
da bar, alla tivù deficiente e al libro come puro bene di consumo scolastico?
Elezioni presidenziali. Finalmente ho visto le firme per ora a sostegno della
petizione a mio sostegno (Change, vedi un paio di post fa). Meravigliosi
studenti e laureati! Anche Matteo c’è, da Montevideo, il “mio” Matteo, andatosene
anni fa dopo avere fatto la tesi sui giornalisti antimafia in Calabria. Mi
dicono che stia partendo un altro appello da Milano. Oh, a me fa piacere. I
Paesi vivono anche di simboli contrapposti e se finisco per avere una funzione simbolica
(minoritaria, lo so bene) agli occhi di una comunità che mi sembra soprattutto
giovanile, non posso che esserne orgoglioso. Detto ciò, vi saluto. O la notte
diventa troppo piccola…
Nando
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