Sulla petizione, ovvero la consegna del silenzio. Leggere il sito di Articolo 21

Bello (per me) l’intervento di Articolo 21,
l’associazione per la libertà di stampa, sulla questione della petizione a
sostegno della mia candidatura a presidente della Repubblica. Ricordato una
volta in più che l’iniziativa non è nata da me ma mi è stata comunicata a
Berlino quando già c’erano alcune centinaia di firme, mi ero anch’io domandato
perché sulla stampa fosse stato osservato sulla questione il silenzio più
rigoroso. Diciamo pure un silenzio poliziesco.
Ma avevo scrupolo a dirlo, per non atteggiarmi a vittima. Ancora di più me lo
ero chiesto vedendo lo spazio con grancassa riservato alla candidatura di
Magalli, buona a far pensare che al Palazzo si possa opporre solo il
qualunquismo catodico. Avevo anche scherzato con Giovanni, ideatore a
tradimento della petizione, il quale non se ne dava pace: “E’ questo il paese,
in fondo. Sono nato in caserma, sono uomo di legge, sono figlio di uno che è
stato ucciso per difendere la Repubblica, insegno da decenni il rispetto delle
istituzioni, eppure sono vissuto come un sovversivo”. E in effetti: se no, non
saremmo a questo punto…
L’intervento di ieri sul sito di Articolo 21 va ancora più in là. E li
ringrazio. Certe cose le avevo pensate ma non potevo dirle. Su altro mi hanno
superato. Se avete due minuti di tempo leggete pure…

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Next ArticlePetizione. Eccovi l 'Italia che ha firmato. Grazie con orgoglio