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Mattarella: respiro di Costituzione (scritto sul “Fatto” del 4 febbraio)
Un respiro costituzionale. Il discorso di Sergio Mattarella ha dato nuovo
ossigeno a un’idea di Costituzione che nel dibattito pubblico si era
drammaticamente affievolita, fino a cancellare in molti protagonisti la
percezione stessa del senso etico-politico della Carta. Il “patto
costituzionale” è stato evocato ieri per chiamare a doveri più esigenti una
pubblica amministrazione lontana dalla sensibilità di cittadini che chiedono
“partecipazione, trasparenza, semplicità degli adempimenti”. Le celebri riforme
“istituzionali, economiche e sociali” sono state finalizzate a dare
applicazione quotidiana ai valori costituzionali; valori che vanno difesi anche
combattendo la crisi di rappresentanza che mortifica la politica. Insomma, il
nuovo presidente ha detto con chiarezza inusitata che la Costituzione va
riformata per rafforzare (non per indebolire) il processo democratico. E che
per questo occorre superare “la logica della deroga costante alle forme
ordinarie del processo legislativo”. Ha dichiarato che “la lotta alla mafia e
quella alla corruzione sono priorità assolute”.
quanto i discorsi di un capo dello Stato vengano limati e soppesati, vien da
dire che concetti e parole offrono una trama controcorrente rispetto allo
spirito dominante dei nostri tempi. Liberano una cultura politica e giuridica
che sa dove guardare, e da che cosa occorre che il paese si guardi. Perciò
mettendo al primo posto i mille volti dei cittadini. Con il suo discorso
Mattarella ha di fatto annunciato che non sarà notaio della politica, ma
garante di principi. E questa non sarà una passeggiata. Sarà una sfida.
Nando
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