Attilio Bolzoni dixit. Il plagio del secolo e code berlinesi

Ma certo, che sbadato! Avete
ragione a chiedermelo. Qual è, in effetti, il messaggio mandato da Attilio
Bolzoni, lo storico giornalista antimafia di “Repubblica”, ai
giovanotti/giovanottine dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata
dell’Università di Milano che si sono visti saccheggiare il proprio lavoro da
un editorialista-editore-docente-imprenditore-blogger a me assolutamente
sconosciuto (vedi il post sotto)? Da un tale che ha trasformato il loro
rapporto alla commissione parlamentare antimafia in una propria “inchiesta” per
“Repubblica.it”?
 
Già:
che cosa ha scritto il grande giornalista di “Repubblica” dopo il plagio
consumato proprio su “Repubblica” (ma all’insaputa di “Repubblica”)? Ha scritto
così: “Vi ringrazio per il vostro lavoro faticoso e preziosissimo che mi ha
permesso di scoprire e capire fino a quale livello si sono ‘sistemate’ da molti
anni le mafie in gran parte dell’Italia. Senza il vostro lavoro -preciso,
documentato, intelligente- tutti saremmo ancora a parlare e a scrivere
genericamente di mafia al Nord, senza comprendere sino in fondo il pericolo.
Grazie ancora, Attilio Bolzoni”.
 
Evvai.
Così si chiude ogni possibile contenzioso sulla serietà del lavoro svolto da
questi giovani talenti. Mi dicono che il plagiatore, colto con le mani nella
marmellata, reagisca in modo comico, con spiegazioni surreali e addirittura
accusando di plagio le sue vittime. Dico “mi dicono” perché per costume non
leggo queste amenità travestite da polemiche. Non leggevo Sciascia quando
polemizzava con me, figurarsi con blogger-editori-docenti-imprenditori-
editorialisti di questa caratura.  
D’altronde
per capire gli esiti reali di questo “dibattito” dirò che oggi un collega
politologo, scandalizzato per l’entità del plagio e per la faccia tosta di
accusare le vittime, mi ha spedito per mail un gioiellino: un articolo del
nostro “Michele-chi?” in cui costui accusava di copia-incolla Saviano
(“saviano-e-i-copincolla-anticamorra”). Visto che si tratta di contesa tra
napoletani, vale il proverbio di quella terra: “E il bue disse cornuto
all’asino”.  
Code da
Berlino. Segnalo delle bellissime cartoline-disegno della città a opera di
Lorenza Manfredi. Tra pittura e poesia. Rivolgersi a www.lorplay.weebly.com. E
segnalo di avere messo in istituto un delizioso modellino in rilievo cartonato
della Humboldt. Lì studiarono Marx e Bismarck, lì insegnò il vostro Anfitrione.
Lo so che è una fesseria. Ma mi piace da morire…

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