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L’aereo di Mattarella. Aria buona a Milano. E tre pillole amare (eggià!)
Bene. Mattarella ha preso l’aereo di linea. Non mi prendete per populista perché non lo sono. Ma è un bell’esempio in assoluto. Ed è anche una buona cosa così la smettiamo con questa favola degli aerei di Stato che occorrerebbe prendere assolutamente, contro la propria volontà, per questioni di sicurezza. La scorta che ti accompagna al supermercato perché “così hanno deciso le autorità dell’ordine pubblico”. Non mi stancherò mai di stupirmi della boccaloneria dei miei concittadini (non dico dei giornalisti), sempre così pronti a credere a queste favole che trasformano privilegi intollerabili in dolorose rinunce alla propria libertà.
Si parla di mafia a Milano. Ho fatto un incontro bello con alcune decine di scout stamattina a Vigevano. E tre incontri, tre mattine di fila, in istituti superiori: Vittorio Veneto, Gentileschi (due classi, come avevo chiesto), e Parini (in cogestione). Mi sono proposto e intendo rigorosamente attenermi al principio che, se si vuole che queste cose abbiano un senso, bisogna bandire ogni richiamo alle emozioni e ogni tentazione di applauso per fare invece capire, “conoscere e capire”. E sono contento perché mi sembra che la situazione si presti a questa svolta. Ne discuteremo anche all’importantissimo convegno sulla didattica antimafia che Libera ha organizzato per gli insegnanti lombardi il 27 febbraio a Scienze Politiche (bravo Giuseppe!!).
Registro, e non posso evitare di farlo, alcune cose non piccole, ma che vi darò in pillole:
a) Crisi ucraina. Hanno aspettato che scadesse il nostro semestre di presidenza per fare incontri di vertice seri, fra l’altro in assenza del “ministro degli esteri europeo” (il nostro). Della serie: il prestigio te lo riconoscono gli altri.
b) Questione Isis. Di nuovo viene da pensare che l’Unione sovietica, Gheddafi e Saddam fossero utili, con le loro infamie, per impedirne altre maggiori o comunque più pericolose per questa traballante umanità. Della serie: ogni tanto mi vengono pensieri che non condivido.
c) Fanghi siciliani. Vedo che da Palermo si va a pescare consapevolmente la menzogna contro Mattarella (la panzana dello zio boss di Cosa Nostra). La Sicilia ha le prime due cariche dello Stato, e sono pure persone per bene. Ma come si fa a resistere senza “mascariare”, magari in nome dell’antimafia? Della serie: natura non facit saltus.
Nando
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