Viaggio a Lione. Tra buona antimafia e aerei fuffa. E un’ipotesi sulla Tav…

 

Splende la luna nel cielo su Milano, in attesa delle idi di
marzo. Suprema, perentoria, luminosissima. Ci sono notti in cui questa città dà
(e tira fuori) il meglio e agita la voglia di tuffarsi nei classici, poesia e
buona letteratura. Poi uno non lo fa, ma già la voglia appaga. Era bella anche
la luna su Lione, dove ho fatto esperienza bellissima della Francia. Lione ha
tutto. Il fascino della conservazione amorevole di modi di vivere e abitare. Il
fascino del futuro, fatto di spazi e grandi architetture. Quello dei due fiumi,
Rodano e Saona, che si riuniscono grandiosamente. Quello della cultura e dell’arte.
Ci tornerò. Quando potrò, naturalmente. Stavolta, intanto, sono andato a tenere
un seminario sui movimenti antimafia nell’Italia di oggi. Sede, la celebre Ecole
 
Nationale Superieure, culla della grande
pubblica amministrazione francese. Invitato, grazie a Maurizia Morini, prof di
Reggio Emilia colà andata a insegnare Storia contemporanea, da un Dipartimento
che tutto sa del Cinquecento italiano. Una presenza fitta e attenta di circa
trecento tra giovani e adulti, il che mi convince a dare maggiore radicalità al
proposito (recente, ahimé) di promuovere all’estero la conoscenza di questo
grande movimento. Che a Bologna il 21 prossimo avrà la sua apoteosi in
occasione del ventennale di Libera (e che gli alberghi di Bologna stanno
degnamente festeggiando triplicando i prezzi…).

Nella circostanza ho fatto anche conoscenza diretta della celebre Swiss(air).
Ah, che puntualità, ah che serietà, ah che efficienza. All’andata quaranta
minuti di ritardo su Zurigo, con lo steward che giurava in continuazione: a
Zurigo sono informati, non temete per le coincidenze, vi stanno aspettando, chi
va a Lione si presenti qui, chi va a Los Angeles si presenti lì….Ecco: non c’era
nessuno. E nessuno che dicesse: l’aereo è già partito. Si guardavano intorno
costernati: eheh, vada al transfer, è tardi…Insomma, mi sono beccato cinque ore
di aeroporto. Al ritorno nuovo ritardo, e aereo rotto a Zurigo, con cambio di
aereo due minuti prima della partenza. Quando si dice la Svizzera…Interessante
in proposito la tesi di Charlotte Moge, dottoranda di Lione (sulla memoria
nella lotta alla mafia). Prima i collegamenti con Milano c’erano, dice; era
facile viaggiare, ora è un inferno perché vogliono rendere indispensabile la
Tav. In effetti, perché sopprimere voli e treni che esistevano, se questo è un
percorso cruciale per l’Europa?

Impazza intanto, a proposito di grandi opere, il dibattito su Pisapia. Si
ricandiderà o no? Tornerò sul tema. Ma certo gli è capitata questa Expo già
confezionata dagli altri e lo hanno sfinito. Fosse un tangentista ci si sarebbe
buttato al volo con letizia (non Moratti). Ma siccome non lo è, si è trovato a dovere
gestire/sorvegliare una manifestazione pensata da altri in una logica a lui non
congeniale; e deve farla pure andare bene. Una fatica improba, credetemi. Domani
è il fatidico 8 marzo. Il profumo delle mimose mi piace, ma ho preferito
scrivere per il Fatto un pezzo che parla di cose meno gioiose.
Sempre donne. E
vedrete voi se non era il caso.

 

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