La ricevuta fiscale del cuore. E l’università itinerante a Casal di Principe (per pensarvi meglio..)

 

Cari amici vicini e lontani, volete una confidenza? C’è una
ricevuta fiscale che mi è cara come poche. Ci ho scritto su “serata dell’orgoglio”.
Ebbene sì, è quella della cena fatta con biondina e gracchi domenica l’altra.
Me la sono ritrovata in tasca e mi sono chiesto: perché buttarla? Per me vuol
dire qualcosa, infatti. Davanti a me avevo i due Gracchi e sentivo tutto l’orgoglio
di essere il loro padre. Lui reduce dalla Birmania, dove è andato ad aprire il
nuovo Ostello Bello, un colpo di genio e di coraggio che ha procurato a lui e
ai suoi amici una paginata intera del “Corriere” di Milano (io non ci sono mai
riuscito, e qualcosa vorrà dire). Il segno di una cultura imprenditoriale non
assistita e non imbrogliona che si misura davvero con la globalizzazione. Lei
reduce, almeno per me spettatore di film, dalla sua assistenza alla regia di “Noi
e la Giulia”, film delizioso che si fa beffe con arguzia della cultura
camorrista. Lo consiglio vivamente a chi voglia ridere e pensare. Appunto, li
guardavo e pensavo “eccoli qua, ‘sti due”. Ma sì, terrò la ricevuta fiscale per
ricordo. Della serie “anche le scartoffie hanno un’anima”.
E a proposito di cultura camorrista, giovedì si parte alla volta della quarta
edizione dell’università itinerante.  Il
corso di Sociologia della criminalità organizzata si trasferisce in veste
pregiata a Casal di Principe: “In terra di Gomorra, dopo Gomorra”. Saremo in
formazione inedita, con molti studenti alle prime armi (ma anche qualche glorioso
neolaureato), e in più quattro studentesse provenienti da Berlino, appassionatesi
all’idea durante il mio corso di gennaio-febbraio; e due studenti di Padova. Ci
ha fatto da sponda l’associazione “Don Peppe Diana”, e ci faranno da virgilii
locali Raffaele Sardo e Simmaco Perillo, gloria della loro terra. Il programma
è fittissimo: visite e consumazione dei pasti in beni confiscati, incontri con
educatori e giornalisti, testimonianze di imprenditori che hanno rifiutato di
pagare il pizzo, documentari, dibattiti con esponenti locali
dell’amministrazione o dell’impegno parrocchiale, partecipazione a confronti
con studenti delle scuole superiori, visite a familiari di vittime,
ricognizione dei luoghi significativi, dai quartieri degradati alle scuole,
dalle ville bunker al cimitero…E anche festeggiamenti con le associazioni anticamorra. Il tutto condito
fino a notte da seminari formali e informali di ricostruzione storica e analisi
sociologica, perché qui mica si scherza. E voi profani ricordate: non c’è barba
di aula universitaria che possa dare quello che si riceve in queste occasioni. Al
seguito avremo un inviato di Radiopop che farà una corrispondenza ogni giorno
anche per voi. Così, amici, viaggia la cultura. Pensateci, noi vi penseremo…

 

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