Di ritorno da Casal di Principe. Ma prima di tutto, Edda

 

Lo so che vi aspettate il racconto dell’università
itinerante che da giovedì scorso a ieri sera si è irradiata da Casal di Principe
verso la provincia di Caserta, portando (giustamente…) agli onori delle
cronache i miei virgulti e le mie virgultine. Vi dirò dunque che l’itinerare è
stato bello assai, carico di conoscenze provenienti dalle frontiere sociali del sapere
e ancor più carico di emozioni. Che tra i viaggiatori ce ne sono stati diversi
(diverse) che hanno confessato che quel che hanno visto e sentito ha cambiato
loro la vita. Però tutto questo vi sarà descritto con la gioia che merita nel
post che seguirà.

Perché qui io voglio anzitutto salutare una delle amiche più grandi e leali e generose
che mai abbia avuto. I blogghisti più intimi sanno già di chi mi accingo a
parlare. Sì, Edda, l’instancabile Edda. Edda, guerriera radiosa. Questo
prodigio di amore per la vita e per i grandi ideali se ne è andata dopo una
malattia di alcuni mesi affrontata con dignità estrema. Ha letto, discusso, sognato,
polemizzato fino a due giorni prima di addormentarsi dalla vita. Insofferente
delle ingiustizie e degli opportunismi (e degli opportunisti), non si è mai negata a una firma, una manifestazione, un sit
in, un volantinaggio per ogni buona causa, che nemmeno io sapevo come
facesse. Il suo capolavoro è stato il volantinaggio contro le leggi ad personam
di B. in piena estate a Porto Cervo. 2010, credo. Da sola, a mezzogiorno, in
partibus infidelium, sulla banchina del porto tra maree di turisti. A lei,
partendo da quel gesto risorgimentale, ho dedicato un capitolo dei “Fiori dell’oleandro”,
perché davvero sembrava fatto per Edda quel sottotitolo che tanto mi piace: “Donne
che fanno più bella l’Italia”.

Ricordate la manifestazione del Palavobis del 17 febbraio 2002 che lanciò
definitivamente la stagione dei girotondi? Ricordate l’arancione delle
Girandole? Ecco, dietro c’era lei, Edda Boletti, che non amava mostrarsi ma c’era sempre; è
venuta -già da tempo malata- anche alla fiaccolata di fine novembre per
ricordare Lea Garofalo.

Leader di popolo così, ve l’assicuro, non ce ne sono tanti in giro. Mi mancherà
la sua amicizia. A Jerry, a Bubi, grazie per averla accudita con amore (per
tutti noi) fino all’ultima ora.
 

 

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