Un popolo ventenne. Se Libera batte Cavour (e i suoi successori)

 

Mi hanno chiesto che augurio avrei fatto a Libera nel giorno
in cui compie i suoi vent’anni. E a me è venuto di getto da scrivere: “Vent’anni
per costruire un popolo: non ci era mai riuscito nessuno”. Proprio così. Libera
non è un’associazione, e nemmeno un movimento. Libera è un popolo, a Bologna lo
si è visto con una chiarezza che avevo intuito solo nel 2010 a Milano. Un
popolo infinitamente più grande dell’associazione, che è poca cosa rispetto a
lui, anche se gli crea occasioni di identità, lo pungola, lo richiama. Più
grande di un movimento, a meno che non gli si riconosca l’identità di popolo in movimento
, che certo gli si
addice. Come un popolo biblico che cerca la terra promessa, l’Italia senza
corruzione e senza mafia. E per questo si dà un linguaggio, dei codici, una
storia da narrare, piena di eroi famosi e sconosciuti ai più, ma non al popolo
di Libera. Ieri a Palazzo Marino, qui a Milano, abbiamo festeggiato. E mi sono
inorgoglito quando Betta Ognibene, la grande grafica, ha ripercorso il processo
che ha portato a scegliere il nome, i colori, i tratti del logo, a costruire,
volendo, il “brand” di Libera, che è potentissimo e va oltre i soggetti che l’hanno
fondato. Mi sono inorgoglito, dicevo, quando ho visto quanti tentativi sono stati
fatti intorno all’idea de “L’Italia nel cuore”, perché proprio “Milano nel
cuore” era stato il mio messaggio, con bellissimi distintivi bianchi a scritta
rossa, quando mi ero candidato sindaco.

Datemi retta. Questo è l’unico popolo che può reggere l’urto della ‘ndrangheta
perché è fondato, come quella, su vincoli di sangue. Sangue di Stato, però, non
di ‘ndrina. I popoli fondati sull’ amore del denaro si sciolgono come neve al
sole davanti al primo avversario. Non sono nemmeno popolo, anzi. Ecco, pensavo
proprio a questo. Che chi è venuto dopo Cavour non ha saputo fare in un secolo
e mezzo gli italiani, mentre Libera ha saputo fare gli italiani antimafiosi in
appena due decenni, dal ’95 a oggi. Mi sembra semplicemente grandioso. O no? Ne
parleremo martedì 31 sera alle 21 al mitico Spazio Melampo di via Tenca proprio
per chiudere queste giornate di festeggiamenti, presentando “La scelta Libera.
Giovani nel movimento antimafia”, il libro che ho scritto per le edizioni del
Gruppo Abele insieme con Ludovica Ioppolo, Martina Mazzeo e Martina Panzarasa.
Titolo della serata, appunto: “Un popolo ventenne”. Ci saranno le due Martine,
Ludovica purtroppo no. In compenso ci sarà Lucilla Andreucci, ottima
coordinatrice provinciale di Libera, e spero Lorenzo Frigerio, giornalista
optimus (complimenti per il dossier sull’Emilia!). Vi aspettiamo! E meditate,
gente, meditate…
  

 

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