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Bullismo: ci voleva la Littizzetto. Giovani ricercatrici trionfano e il Palazzo di Giustizia affonda
Manco da qualche giorno da questi schermi e dunque provo a
rimediare. 10 a Luciana Littizzetto per avere detto in tivù il fatto loro a quei
genitori degli studenti di Cuneo che, in gita scolastica, hanno infierito vergognosamente
su un loro compagno ubriaco, dandosi convegno in camera sua. E perciò puniti
con il 4 in condotta (niente promozione a giugno). E perciò difesi, come sempre
avviene nel paese dei balocchi e dei cialtroni, dai propri genitori. Furibondi
per tanta punizione. Sono ragazzi. Ecco, inizino a crescere e a farsi delle domande.
L’età non dà diritto al bullismo. E’ stato un ottimo esempio di tivù civile.
Nota a margine: ci voleva una comica per darlo.
10 anche alla Gabanelli. I servizi su Anas e cliniche modenesi (sperimentazioni
non dichiarate al paziente) sono stati, una volta di più, passaggi di grande
giornalismo d’inchiesta. Vedevo e sentivo, davanti a quel vortice di guadagni
stratosferici e alla demolizione di ogni principio di responsabilità, un’amarezza
profonda, esistenziale. Si salverà dalla propria testa questo paese fradicio di
corruzione? La testa, insisto: il declino della nazione sta nella sua testa. Ho
letto in aula lo scritto di Leopardi sui costumi degli italiani nella mia prima
lezione del corso di Sociologia e metodi di educazione alla legalità. Di mezzo,
da allora, ci sono stati il Risorgimento e la Resistenza. Non sono serviti,
purtroppo. Anche se, potendo, parteciperei al primo e alla seconda.
Perché alfine un po’ di Risorgimento e Resistenza ci sono anche oggi. Così venerdì
mi sono letteralmente goduto i successi di alcune giovani ricercatrici o
studiose a me care al convegno internazionale che abbiamo tenuto alla sala
Alessi del Comune di Milano. Tema: la presentazione dei primi risultati della
ricerca sulle aziende confiscate che stiamo facendo per la Commissione europea,
in vasta coalizione di università e associazioni. Si chiama “Icaro” il nostro
progetto. E’ stato un giorno di straordinario interesse. E qui in fede mia vi
dico che sono state bravissime non solo Ilaria e Carmela e Verena, ricercatrici,
ma anche Francesca, laureanda triennale, ventiduenne (!), che ha fatto una
relazione sulla criminalità organizzata in Francia.
10 anche a loro.
Zero invece al responsabile (chiunque sia) della sicurezza nel Tribunale di
Milano. Dove chiunque frequenti appena l’ambiente sa quante persone di scorta
stiano ogni giorno in stanze e corridoi. Sicché si resta increduli a sapere che
un assassino può sparare quanto gli pare senza che nessuno lo fermi. E possa
scappare. E che sentendo gli spari nessuno blocchi le uscite in un secondo e le
faccia presidiare da armati in altri cinque. Spero che ora nessuno creda alla
storiella maldestra del malato di mente, che come sempre viene suggerito di
interpretare a chi è ormai pronto per l’ergastolo. Un bacio a Franci, sorella
del giovane avvocato dalla schiena diritta, che in questa casa è stata accolta nella
sua bella adolescenza come una seconda figlia.
Nando
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