La grande bellezza di Milano. E i miei studenti, e Gramsci

 

Diluvia come il cielo la manda. Tuoni e scrosci a
ripetizione, stasera a Milano. In questi giorni ho guardato la mia città dal
sotto in su, camminando il più possibile con gli occhi rivolti verso l’alto. E
l’ho trovata bellissima, specie sotto i colori dei lunghi tramonti primaverili.
Come se le sue bellezze fossero inaccessibili a chi sta al livello della strada,
e fossero disponibili solo per chi ne cerchi i segreti andando con lo sguardo su
per i piani verso i tetti e gli attici; e poi verso il cielo. Allora si vedono
balconi ricchi di fiori e terrazzine poetiche, e fregi artistici alle finestre,
e agglomerati cresciuti con gusto a decine di metri da terra. Viandante, dice
la mia città, guarda in alto, conquistati la bellezza andando oltre te stesso,
oltre i binari del tram.

Belle sono state le manifestazioni per ricordare Giovanni Falcone, piene di
giovani, invase di questa “ondata antimafiosa” (Pisapia dixit) che sta segnando
una terra fino a pochi anni fa drammaticamente inerte e complice con le sue
rimozioni. C’erano anche molti dei miei allievi, di più generazioni, comprese
quelle degli anni novanta, la mia laureata Immacolatina (ora Tina) con il
figlio che stava dietro di me sul palco del Parenti. A proposito: ho finito
oggi il corso di Sociologia della criminalità organizzata e un po’ mi dispiace,
ho avuto una bella classe. Alla fine ho regalato a tutti un libro Melampo (già,
me li sono portati in aula di mia persona personalmente…), con le storie
diverse di vittime di mafia o di antimafiosi esemplari, a partire da Antonino
Caponnetto il Grande. Spero che li leggano.

Fioriscono intanto gli scandali, questo paese sarà pieno di volontariato ma è
anche pieno di scandali senza fine, dal calcio alle liste elettorali, dagli
ospedali alle poste. Ricevo inviti a tenere corsi di formazione per i
dipendenti dei comuni proprio contro la corruzione. Ci vado volentieri (se
posso!) ma mi chiedo perché debba essercene bisogno. Intanto vi anticipo che il
10 giugno sera, al rientro da un breve viaggio a Berlino (dove dovrò presentare
“Il bandito Giuliano” in una rassegna cinematografica su Rosi) terrò una “Lezione su
Gramsci” allo spazio Melampo. Ore 18.30. Non ci eravate più abituati alle
lezioni su Gramsci, eh, lazzaroni? Invece sì. Bisogna studiarlo; e, come dico
io, bisogna studiare soprattutto il Gramsci meno marxista o più crociano per
capire che cosa sta accadendo oggi in Italia, il nord fagocitato dalla
criminalità mafiosa. Preparate dunque il taccuino a prendere appunti diligenti.
E intanto ascoltiamo i tuoni. Sicuramente parlano anche a noi: della nostra
infanzia e del nostro futuro.

 

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