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Welcome in Afghanistan. Tutta colpa di Pastorino…
Oh, ragazzi, quando la biondina mi ha detto che Renzi era
partito per l’Afghanistan ho pensato a uno scherzo. Ridevo e non ci volevo
credere. L’aveva già deciso e non l’aveva detto per ragioni di sicurezza? E voi
ve lo vedete uno che sa di dovere partire il mattino dopo per l’Afghanistan e la
notte gioca alla playstation con Orfini? Purtroppo sembra una condanna dei
segretari “innovatori” del Pd, quella di non sapere affrontare le sconfitte.
Veltroni si dimise per intervista senza presentarsi all’assemblea nazionale.
Renzi vola via, va al fronte. Quelli sono militari e devono tacere.
Ma è tutta la vicenda che è surreale. Pochi mesi fa dissi tra amici che secondo
me era iniziato (molto rapidamente, purtroppo) il declino di Renzi: fu quando
in Emilia (in Emilia, dico!) andò a votare meno del 40 per cento degli elettori.
Quello era il segnale. Che venne snobbato. E che si è ripetuto. E’ andato a
votare un elettore su due, nonostante la mobilitazione delle clientele nel sud
e nonostante quattro regioni avessero solide tradizioni di partecipazione di sinistra
(Liguria, Toscana, Umbria, Marche). E se la tua gente non ti viene a votare ha
fatto la scelta di ritirarti il voto. Lo capisci o no?
Le discussioni e le recriminazioni udite, poi, sono di un livello desolante.
Colpa di Cofferati, colpa di Pastorino, elimineremo le correnti. Vedete, amici
blogghisti, l’incoscienza a volte aiuta. E in effetti solo una salutare
incoscienza, agli altri sconosciuta, poteva portare Renzi a sfidare il vecchio
Politburo comunista. Ma l’incoscienza non fa bene quando devi governare. Allora
tutto si paga. Il sistema elettorale (a proposito: così i 5Stelle si
papperebbero tutto…), la Costituzione, la scuola pubblica, tutto smontato come
da un capriccioso giocatore di meccano (chi lo ricorda?). Tu imponi candidature
assurde, umilii una parte del tuo partito, lo deridi dopo avere avallato le
truffe ai suoi danni, e poi ti arrabbi e gli dai la colpa se non ti sostiene?
Ribadisco: che pena quei cortigiani, che Barbara Spinelli ha efficacemente paragonato
a una “muta” sguinzagliata ad azzannare
gli avversari di turno….
La verità è che il Pd è passato in un anno dal 40 al 23 per cento (ripeto: con
dentro quasi tutte le regioni rosse). Abboniamo pure un 5-7 per cento
dirottatosi verso le liste locali. Siamo al livello o addirittura sotto
Bersani. Che occasione di cambiamento buttata alle ortiche! Ma questo conferma
una cosa (e qui parlo ai miei studenti, veri o ideali): bisogna studiare,
bisogna studiare, e sodo, e soffrire e poi ancora studiare. O alla fine vincerà
il ciarlatano che è in voi.
Buona festa della Repubblica!!
Nando
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