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Meraviglie (e nostalgie) genovesi. Una mostra per voi e una voglia matta di università itinerante
Che confusione sotto il cielo, solo che stavolta la
situazione non è affatto eccellente. Sembra che il mondo sia privo di bussola,
e che la bussola, al momento, ce l’abbiano solo l’Isis, la ‘ndrangheta e i
narcos messicani. E Putin. E di qua papa
Francesco. Poi singole persone o singoli gruppi. Governi, Unione europea, Onu,
nada de nada. Certo ce l’hanno, tra i gruppi, i magnifici giovani di Libera
Liguria, che ieri a Genova hanno presentato a Palazzo Ducale, in una sala del
Minor Consiglio strapiena, il loro freschissimo Osservatorio sulla criminalità
organizzata. Creatura loro, con l’appoggio della Comunità San Benedetto,
eredità preziosa di don Gallo. Sono rimasto ammirato vedendo con che
entusiasmo, competenza, passione e anche allegria si siano preparati questi
ragazzi a offrire un servizio così prezioso alla loro regione, dove in troppi
(giudici compresi) continuano a negare la presenza della mafia. L’hanno
dedicato a Boris Giuliano, grande commissario di polizia ucciso da Cosa Nostra
nel 1979. Che poi tra loro ci fosse qualcuno che mi ha seguito in università
itineranti o laboratori di giornalismo antimafioso, questo mi inorgoglisce. La sera siamo stati tutti insieme alla
Lanterna, il locale sul porto fondato dal mitico “Gallo” (che si sente, si
sente che c’è ancora…). Discorsi, musica di chitarre, felicità, progetti e amicizia
per quattro ore filate, e vi sfido a dirmi che è poco. E si è mangiato pure
bene, e tutti a dirmi che di là è passato a dar suggerimenti lo chef
Cannavacciuolo, che ho così gradevolmente scoperto, perché, stando al nome, per
me poteva essere un terzino dell’Avellino.
Visti ieri davanti alla stazione di Milano, sotto un’afa mostruosa, gli
assessori Granelli e Majorino dirigere personalmente le operazioni di ricovero
e assistenza dei rifugiati. Senza televisioni e giornalisti. Be’, quando la
politica è questa, tanto di cappello. Non sono tutti uguali.
Colgo infine l’occasione per invitarvi ad andare tutti a vedere la mostra degli
Isia a Milano, in corso Garibaldi 116 alla bellissima Biblioteca Umanistica. Un
concentrato di freschezza artistica, di storia di studenti creativi, di talenti
giovanili. Sintetizza il lavoro dei quattro Isia italiani: Faenza, Firenze,
Roma e Urbino, che assai mi è cara. Se avete un po’ di curiosità per quello che
si fa nei nostri istituti di formazione artistica più sensibili all’etica e all’impegno
sociale, andateci. Vi bastano quaranta minuti, ma ne vale la pena: piccolo
gioiellino Expo, dedicato a Dante (la mensa del sapere…).
Oh, mercoledì finisco anche il corso sperimentale di Sociologia e metodi di
educazione alla legalità. Quando finisco tutti i corsi mi prende la crisi da
vuoto, che vi devo dire? Vi dico che qui urge un’università itinerante…
Nando
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