Gioie e dolori. E indecenze ciclopiche

 

Ebbene sì, il rapporto con il Blog si fa difficile: più
tempo stai a scrivere articoli e rapporti, più ti dedichi alle mail, meno tempo
resta, visto che il tempo è davvero come una coperta. Ahimé, che nel blog ci
credo come mezzo per tenermi in contatto con tanti amici. E a proposito di
amici, due ne ho persi in questi giorni che assai cari mi erano. Uno l’avete
conosciuto quasi tutti, ed era Santo Della Volpe, giornalista del Tg3, eletto
recentemente alla presidenza della Federazione nazionale della stampa, spirito
libero e perciò presidente anche di Libera Informazione. Persona educata e
gentile, come ha voluto far ricordare ai funerali una sua amica torinese di
quarant’anni fa. A lui si devono le cronache scrupolose, appassionate, delle
giornate di Libera del 21 marzo; lui ne capiva il senso, ne coglieva i particolari
che sfuggivano ad altri. Grandi servizi anche come inviato di guerra o sull’amianto
di Casal Monferrato. Un ricordo con affetto e gratitudine. Lo stesso che dedico
a Guido, che qui non citerò per esteso, perché per me era Guido. Giovane
generoso poi passato per tanti tornanti difficili; la vita non l’ ha voluto
trattar bene, forse autorizzata da lui stesso. Ma ne ricordo il cuore grande. E
ho sofferto nel salutarlo.
Ho gioito invece ieri pomeriggio nel presentare il primo numero della “Rivista
di Studi e Ricerche sulla Criminalità Organizzata”, la prima rivista accademica
nella storia d’Italia su questo tema. Trimestrale e telematica. La trovate già
digitando il nome su google o andando su riviste.unimi.it. Sono felice. E’ la
fine di un pregiudizio, di una convenzione che hanno pesato moltissimo sullo
sviluppo delle nostre conoscenze di criminalità organizzata. Mai considerata
possibile oggetto di una disciplina scientifica proprio nella patria di mafia,
camorra e ‘ndrangheta. Con me, a faticare per farla nascere, gli ottimi Mariele
Merlati (storica) e Christian Ponti (giurista). E in più un giovanissimo
ricercatore, Roberto Nicolini, senza le cui abilità e fatiche informatiche la
rivista no sarebbe mai nata. Dovevate vedere ieri in facoltà la gioia di Carlo
Smuraglia, che negli anni novanta non aveva trovato nessun editore per la
relazione della commissione parlamentare antimafia sulla Lombardia: proibito
parlarne e poi è politica… E con questa bella notizia, deciso a darvene a
raffica nei prossimi giorni, vi saluto.
Prima però voglio dirvi che sono rimasto di sasso vedendo che Crocetta non sa
rispondere una parola al suo caro amico medico che al telefono gli dice che
bisogna far fare a Lucia Borsellino (allora assessore regionale alla sanità) la
fine di suo padre. Che indecenza!

 

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