In difesa di Marino. Dopo l’università itinerante…

 

E così la gloriosa spedizione di studenti e ricercatori è
tornata dall’università itinerante, quinta edizione, tema Ostia-Mafia Capitale.
E qui in fede mia vi dico le due cose seguenti. La prima è che, una volta che l’aula
universitaria abbia fornito una rigorosa  formazione di base, non vi è nulla come l’università
itinerante capace di produrre conoscenza avanzata. Sia perché è grazie a questo
tipo di esperienze che si entra in contatto con ciò che andrà sui libri quattro
o cinque anno dopo. Sia perché questo modo di imparare, partecipando in gruppo,
stabilendo e rafforzando gruppi umani, alimenta la ricerca scientifica di una
formidabile ricchezza di relazioni interpersonali, emotive e cognitive (oh che
bei termini che ho usato, complimenti prof) . La seconda cosa che vi dico
(sempre in fede mia) è che mai ho visto comunità scientifica giovane altrettanto
attrezzata e appassionata della mia. Facevo finta di pensare ad altro mentre in
pineta i miei virgulti e le mie virgultine discutevano tra loro, e in realtà
inorgoglivo per le loro pensate.
E’ stato bellissimo anche vederli, i virgulti e le virgultine, dipingere sotto
la direzione di un artista locale un ignobile muro abusivamente eretto in
passato tra la spiaggia ora liberata da Uisp e Libera e gli stabilimenti confinanti.
Così che sul muro dell’illegalità sono comparse progressivamente figure di
persone senza volto che si tenevano per mano, quasi a significare che
oltrepassavano il manufatto abusivo, comunicando che esso era stato di fatto
abbattuto. Di Ostia scriverò a breve sul Fatto. Della sua storia sociale,
urbana e criminale. Molto però mi ha colpito l’impunita ascesa dei clan
criminali e il loro intreccio con la corruzione della capitale. E mi sono
convinto, alla fine, che l’attacco a Marino nasce non solo dalla sua relativa inconsistenza
politica, ma soprattutto dalla sua estraneità ai giochi dello scambio criminal-politico.
Per cui da qui ufficialmente dichiaro di fare il tifo perché il Municipio di
Ostia non venga sciolto per infiltrazione mafiosa, ma il prode Alfonso Sabella
possa portarvi a termine, da commissario speciale, il suo programma di rivoluzione
amministrativa.
Altre cose avrei da dirvi. Dal linguaggio che il capo del governo usa per rispondere
alle critiche, che mi sembra andare oltre le classiche “venature autoritarie”,
fino allo scandalo di locali come il Cocoricò di Riccione, dove i ragazzi minorenni
raccontano al “Corriere” che le droghe sintetiche si trovano senza problemi.
Colpa del Cocoricò, certo. Ma colpa anche di chi lascia crescere cervelli
adolescenziali con l’idea folle che si possa e soprattutto si debba andare
oltre i meravigliosi limiti che la natura ci ha imposto. E infine un pensiero
al 2 agosto appena finito. A quelle decine di innocenti che hanno avuto giustizia
giudiziaria, ma non la giustizia che solo può venire dalla conoscenza della
verità…A loro una memoria deferente.

 

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