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I cieli di Irlanda. E spigolature sociali
Eccomi qui, fresco di Irlanda. “Fresco” nel vero senso della
parola, viste le temperature deliziose, sempre golf e sciarpa leggera. E’ stato
come rivivere, per di più avendo lasciato il computer a casa. Dell’Irlanda mi
piace tutto o quasi. Mi piacciono i “cieli di Irlanda”, naturalmente. Quella
combinazione di nuvole scure, di nuvole candide e di azzurro sfolgorante, in
successione, in condominio, con noncuranza, senza tante scene. Con le nuvole di
pioggia che camminano a grappoli, le sfumature e gli strati del grigio che si
fanno infiniti e mobili, sicché mai il cielo è piatto e uniforme. Io che non so
di foto, ho provato stavolta la voglia irresistibile di portarmi a casa una
piccola antologia di questi esemplari di cielo. E ne sono, ohibò, molto soddisfatto.
Mi piace poi la gente che è allegra e canta e fa amicizia nei pub, a tutte le
età. Mi piacciono le ballate e quel repertorio nazional-popolare che tutti
sanno a memoria, e che un simpaticissimo autista alle isole Aran cantava al
microfono mentre ci accompagnava sul pullmino. Mi piace l’abitudine naturale di
dire “sorry” ogni volta che ci si tocca o sfiora, indipendentemente da chi poteva
stare più attento. Quando me lo sentivo dire (e capitava, perché nelle vie
centrali di Dublino procedono di buon cammino fiumane intere, chi si ferma è
perduto…), pensavo a Milano. Agli “stia più attento” (con seguito di vaffa se
quello o quella educatamente risponde), ai “guardi come cammina” o all’indimenticabile
“e sarà meglio” che ebbi in risposta da
un marrano a un mio “mi scusi”. La carica del rancore sociale si misura in questi
dettagli. Poi vengono gli immigrati.
Dell’Irlanda mi piace anche la cultura, perfino un giovane che chiedeva l’elemosina
su via O’ Connell ingannava il tempo leggendo il giornale. E le piccole librerie
ci sono, chissà perché il tempo di internet lì non distrugge le librerie. Bei
ricordi, belle emozioni. Anzi, alle Aran la biondina mi ha fotografato di
spalle mentre ero solo sul bordo della immensa spiaggia da bassa marea, a due
passi dall’acqua. Quella foto, lo confesso, mi piace assai, mi suona simbolica
e la userò un po’ a illustrare la storia di me medesimo ai posteri di famiglia.
Ricordo che quando nel ’93 mi candidai sindaco a Milano (che volete farci, le
memorie riemergono), mi chiesero dove avrei voluto vivere se non fossi stato
milanese. Risposi “in Irlanda” e fu la prova che ero inadeguato a guidare la
grande metropoli. Dovevo dire “a Boston”…Ohi di quante fesserie si compone la
cosiddetta intelligenza collettiva. Da cui la società civile non è affatto
immune. Il che non vuol dire che la retorica anti-società civile non abbia
qualcosa di rancido. Ho seguito nella settimana irlandese la vicenda delle
nomine Rai e, quando ho visto i brillanti esiti, mi sono ricordato dei proclami
di Renzi contro l’occupazione delle tivù da parte della politica. Un pugno di
mesi ed è già passato ai proclami contro la società civile. Pochi principi ma
incerti. Ben ritrovati, amici blogghisti!
Nando
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