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Elvio, Riccardo, Marco Tullio. E don Luigi. E il quarto festival dei beni confiscati…
Come corrono i giorni, santo cielo! Uno sproposito di
assenza da questi schermi, sicuramente l’assenza più lunga. Ne ho approfittato per
raggiungere Bruce, e avere la sua età, giovane e pimpante come lui (della serie
se la canta e se la suona). Dal 23 settembre, giorno del suo compleanno, al 3
novembre, giorno del mio, è una gara per riprenderlo. Calma amico, abbiamo la
stessa età. Il mondo procede con regolarità. Ma la musica e le letture possono
permettersi di restare indietro a guardare il paesaggio e poi schizzare in
avanti per rifarlo a sua insaputa.
E’ finito oggi il quarto festival milanese
dei beni confiscati. Con una splendida cena alla Casa della Carità dove a
servire erano i quadri di Libera. Ma quasi tutto è stato bellissimo. Eventi che
nessuna nota stonata ha saputo e potuto guastare. Bellissima la presentazione nell’aula
del consiglio comunale del film che Marco Tullio Giordana ha dedicato a Lea
Garofalo. Don Ciotti quando parla di quella donna comunica un dolore
commovente. Ma Giordana è stato a sua volta bravissimo nel descrivere il ruolo
dell’arte contro la mafia. E che dire della presentazione del libro di Elvio
Fassone "Fine pena ora"? Fassone è un grandissimo magistrato in
pensione, che ho avuto come collega in commissione giustizia dal 2001 al 2006,
in Senato. Un galantuomo piemontese colto e modesto. Ha scritto per Sellerio un
libro che è un capolavoro di sensibilità: tema, il suo carteggio con un boss catanese da lui
condannato all’ergastolo, e a cui, la sera stessa della condanna, volle scrivere
di impulso. Si sono scritti per 26 anni. Mentre leggeva passi delle sue pagine ci
siamo trovati tutti con le lacrime agli occhi, ho fatto di tutto per fermarle,
ma senza riuscirci. Ha avuto un applauso lunghissimo, che deve averlo messo in
imbarazzo.
Ma applauso lunghissimo ha avuto anche Riccardo Orioles, piacevolmente
circondato di miei giovanotti e giovanottine. Gli ho chiesto: Riccardo, sono
passati quasi 32 anni da quando ti hanno ucciso il Direttore. Ma se oggi Pippo
Fava tornasse e ti chiedesse "Riccardo, ma che cosa hai fatto in tutti
questi anni? Io ti ho lasciato in redazione, ma poi che cosa hai
combinato?", tu come risponderesti? E qui nell’emozione generale Riccardo
ha tirato fuori il meglio, mescolando memoria, politica, giornalismo e poesia.
Alla fine cinque minuti intensi di applausi. Ed è cosa buona e giusto verso un
intellettuale libero, che mai si è piegato ad alcuna convenienza.
Le ragioni della mia assenza dagli schermi volete sapere? Un politico direbbe “guardiamo
al futuro”. Io vi dico invece in fede mai che ho avuto una sinusite terribile,
dalla quale solo adesso sto guarendo. Per riprendere a lavorare a pieno ritmo,
finalmente. Dai, non perdiamoci di vista.
Nando
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