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Novara. Dieci amici al bar, in nome di La Torre e Mattarella
Il Fatto Quotidiano, 28.11.15
PioLa Torre. Piersanti
La Torre-Mattarella ” stanno tessendo rapporti conLa Torre e Mattarella è
Mattarella. In fondo la politica non ha molto a cui aggrapparsi quando deve
esibire i suoi quarti di nobiltà nella lotta alla mafia. Per questo a Novara
nel 2009 un gruppo di militanti o simpatizzanti della piccola corrente
“moralista” del Pd volle dar vita a una associazione intitolata, insieme, al
presidente della Regione Sicilia e al segretario del Pci siciliano uccisi dalla
mafia a distanza di due anni: 1980, 1982. Roberto Leggero ne è stato il
principale ispiratore. Storico del Medio Evo e dai modi eleganti, fa il
ricercatore presso l’università della Svizzera italiana. “Quando militavo nel
Pd sono stato candidato alla segreteria provinciale novarese e tra i punti
fondamentali del mio programma c’era la costituzione di un centro di ricerca
sul fenomeno mafioso al nord. Qui neanche l’omicidio di Ettore Marcoli, l’imprenditore delle cave
ucciso nel 2010, aveva scalfito nella politica locale la convinzione che la
mafia non ci fosse. Tra
il 2008 e il 2009, con un altro militante del Pd, il professor Giancarlo
Mazzoletti, preparammo un dossier sulla presenza della mafia a Novara e lo
presentammo alla segreteria dell’epoca. Che successe? Lettera morta.
Fui sconfitto e allora chiesi di essere nominato ‘responsabile per il
contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie’. Avevamo già avuto
contatti con persone di Romentino, il paese delle cave appunto, che ci avevano
chiesto di aiutarli, alle prese com’erano con tonnellate di rifiuti abusivi. Ci
siamo dati da fare nel consiglio comunale, abbiamo presentato esposti al
prefetto. E oggi stiamo cercando di costituirci parte civile nel processo che
si apre contro quattordici imputati per reati ambientali”.
“Da allora ha preso il largo l’avventura”, racconta Leggero. Un’avventura
vera, in una città-bambagia e che pensa ad altro, che si coccola nell’ idea di
una propria verginità. Un’avventura senza soldi ma con due grandi nomi da
inalberare. Un’ottantina di soci, una decina quelli davvero attivi. Tessera a
dieci euro e nessuna richiesta speciale ai partiti, “non starebbe bene, visto
che dovremmo influenzarne gli orientamenti, almeno in tema di legalità”.
Dall’altra parte un muro di gomma. Inutili le richieste alle istituzioni
politiche di nominare delegati o commissioni sul crimine organizzato. O le
pressioni per sfruttare i beni confiscati, anche quella è una fatica di Sisifo.
Chi dice che la lotta alla mafia è ormai una moda, venga a vedere a Novara. Qui
anche l’incontro con Cinzia Franchini, l’imprenditrice modenese dei trasporti
nota per la sua battaglia contro i clan, è andato praticamente deserto.
“Alla
fine abbiamo deciso di tagliare il cordone ombelicale che ci legava al Pd. Non
ne veniva alcuna spinta e in più ci precludeva il riconoscimento come
associazione. Nel settembre del 2014 sono uscito dal partito. Il presidente
dell’associazione, Paolo Allegra, chiedeva di chiudere la sua esperienza e sono stato eletto io. No,
non abbiamo reciso il rapporto con la politica. A Trecate e Romentino abbiamo
iscritti che sono consiglieri comunali. Ma è una lotta sfiancante. Noi
presentiamo libri, diamo il nostro appoggio ai personaggi impegnati in prima
fila in Italia nella lotta alla mafia, ma poi qui siamo costretti a denunciare
vicende che hanno dell’incredibile. A Barengo si è cercato di presentare ai
cittadini una discarica di amianto come impianto fotovoltaico. Ci ha appoggiato
un consigliere regionale, Domenico Rossi. Sulla ‘Stampa’ dopo il sequestro del
castello di Miasino al clan Galasso è uscito un articolo. Guardi un po’ il
titolo: ‘Adesso dove ci sposiamo?’”.
Tempi difficili. Perciò quelli della “
altre associazioni, da Assopace all’Anpi, dai federalisti europei alla Scuola
di pace Oscar Romero. Leggero conta su alcuni amici, professionisti del posto,
come Carlo Romito, che ha finanziato il premio per giovani laureati sulla
criminalità organizzata, o Davide Perini, il consigliere comunale di Romentino.
E sulla moglie Mira, storica medievalista pure lei. “La sede? E’ presso la
nostra commercialista, ma ogni tanto è chiusa e ci troviamo al bar”. Sembra
giustificarsi, ma l’immagine dei dieci amici al bar nel nome di
bellissima, simbolo di un’Italia che anche a Novara non si vuole arrendere. “Siamo un’associazione piccola, e alle volte un po’ garibaldina, ma cerchiamo
onestamente di interpretare lo spirito e la lezione di quei due nomi”. E voleva
fare il segretario di partito…Santa ingenuità.
Nando
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