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I libri per presepio. E la tombola più pazza del mondo
Il Natale è passato, ma ancora aleggia lo spirito che ci
entra dentro in quei giorni. E quindi vi dico “buone feste” con lo stesso
spirito con cui vi avrei detto “buon Natale”. E rifletto che deve essere ben
forte il messaggio di questo giorno dell’anno se riesci a sentirti idealmente diverso
nonostante la frenesia, la calca, lo strapazzo da cibo e vino, la corsa verso
il calendario. Ho passato la serata del 24 all’Ostello Bello del Gracco
maggiore, come facciamo da ormai quattro anni, insieme con le famiglie dei soci
fondatori e dipendenti di questa grandissima esperienza. Siparietti imperdibili
della Biondina che fa i giochi di prestigio con un turacciolo per la gioia di
una giovanissima coppia coreana. Ci si sta talmente bene lì dentro che ho
perfino dimenticato di guardare la luna, che altri mi hanno raccontato essere
stata straordinaria quella notte.
A
causa del lavoro ho finito il presepio oltre le due di notte del 25,
inenarrabili i sensi di colpa…Però avevo potuto iniziarlo nel primo pomeriggio
e il progetto che era scaturito dalla mia presepistica mente era ambizioso
assai: dedicarlo quest’anno al tema della vita e del libro. I libri lo hanno
popolato, formando il cielo luminoso o la notte scura con le loro quarte di
copertina azzurre o blu (utilissimi i Sellerio), o le campagne con il loro
colore verde. Vi faccio grazia di raccontarvi quali libri c’erano e dove li
avessi messi. Qualcuno ricordava la vita della famiglia; ad esempio le tesi di
laurea mia (1973, “Il fenomeno mafioso: continuità e trasformazione”) o del
Gracco (2005, sul terrorismo degli anni di piombo). Qualcuno simboleggiava le
idee respirate nella vita, ed era messo in verticale a delimitare parti del
presepio. Il quale, come negli anni precedenti, raccoglie dentro di sé dodici-tredici
presepi più piccoli, minuscoli, ricordo dei viaggi nostri o di nostri amici.
Questa volta, di notevole, si sono aggiunti un Gesù Bambino di colore comprato
tra le bancarelle di Siviglia, una grotta completa colombiana (idem) e una
splendida statuina comprata a Napoli a San Gregorio Armeno: una maestra in
cattedra, con intorno mappamondo e libri, la bacchetta in mano e una scritta di
progresso: “Silenzio in aula”. Mi ci sono riconosciuto del tutto e ora
campeggia sul bordo del camino sopra la grotta grande.
Per la prima volta dopo decenni ho trascorso la sera del 25 con mia sorella
Rita: Biondina, Doretta e me medesimo in treno alla volta di Roma per la più spettacolare
e divertente tombola della nostra vita con decine di cugini dalla Chiesa. A un
certo punto la Biondina (che ho immortalato a fianco di un cartonato al
naturale di Al Bano) ha comprato le cartelle, e le reclamava dicendo “le cartelle ai dalla Chiesa”. Ho dovuto
ricordare all’incauta che lì erano tutti dalla Chiesa. E si vedeva. I numeri
venivano annunciati nelle situazioni più improbabili (da un finestrino di un’auto
in corsa, da un ascensore bloccato durante la salita) da uno di loro o da un
vicino di casa, puntualmente filmati e mandati su un video.
Natale e famiglia. Libro e vita. Dice: ma la cosa pubblica non ti interessa
più? E come vi permettete di insinuarlo, poltroni incappucciati (epiteto
manzoniano)? Vi dirò presto le mie scelte. Per ora Buon Natale, anche se è
passato è ancora qui…
Nando
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