Carmen, da Ferrara a Monaco:come ti rieduco i tedeschi

Il Fatto Quotidiano, 30.1.16

Carmen dai riccioli neri. Guardi la sua faccia
solare e un po’ monella davanti a un caffe´e pensi “poveretti”. Poveretti
quelli che vorrebbero fermare l´ antimafia con i loro formidabili scoop mentre
la storia corre come un treno. E oggi la storia e´ questa ragazza ferrarese, “ventisette
tra poco”,  venuta a fare opinione e
cultura a Monaco di Baviera. “Ma per favore non mi infili nella fuga dei
cervelli. Io non ci ho nemmeno provato a trovar lavoro in Italia. Volevo venire
in Germania per viaggiare sul serio. L’Erasmus è bello ma in sei o dieci mesi
non conosci un popolo e non impari una lingua. Poi avevo qui Karl, il mio ragazzo
venuto pure lui da Ferrara a studiare fisica…”. Botta di orgoglio: “Per
mantenermi agli studi magistrali ho fatto di tutto, anche tre lavori insieme:
la baby-sitter, la giornalista per un giornale on-line italiano, e la
segretaria in una scuola di italiano.”
In Italia Carmen Romano aveva fatto il liceo classico a Ferrara, dove aveva
costituito un gruppo indipendente antimafia, “per spiegare che la mafia è anche
al nord, lavoravamo sodo, fummo pure premiati dal Ministero e nel 2007
riuscimmo a fare un’intervista a Saviano”. Poi era andata a studiare Scienze internazionali e diplomatiche a Forlì
(“a sud di Bologna”, precisa in automatico come fossi un tedesco), dove “meta´
studenti erano  pugliesi e un quarto
siciliani, si figuri quanto abbiamo discusso di mafia”. Quindi Monaco: “mi sono
iscritta a Eichstatt, nel centro della Baviera. Scienze Politiche, una vita da
pendolare, e una tesi comparata sui sistemi universitari tedesco e italiano”.
Insomma, superlaurea in Germania.

Ma la cosa piu´ straordinaria è che Carmen l’italiana vive oggi a Monaco di
Baviera con un mandato preciso: educare alla politica i tedeschi. Proprio cosi´,
lavora con la Georg-Von-Vollmar-Akademie. Una volta era la scuola di partito
dei socialdemocratici. “Poi nel ’68 una legge abolì le scuole di partito. Si
disse che se le potevano permettere solo i partiti maggiori e che questo impediva
la parita´ nella competizione politica. Così nacquero delle fondazioni che su
progetti singoli ricevono contributi statali, con il compito generale di
educare alla politica”.
Carmen progetta direttamente i corsi di formazione. Ci sono quelli di lungo
periodo e  quelli intensivi di una
settimana che si tengono a Kochel am see, sul lago a un´ora da Monaco. “Li´ viene
molta gente perché la legge tedesca li riconosce come un diritto, non si
conteggiano nei giorni di vacanza. Di che argomenti parliamo? Del populismo in
Europa, per esempio, mettendo a confronto i vari partiti; oppure facciamo
singole conferenze nelle scuole, anche sulla mafia, una volta facemmo ‘La mafia
parla tedesco’. Oppure il fine vita, o le donne in politica, o anche i rapporti
tra Germania e Polonia. Vede, noi non educhiamo alla politica dicendo chi ha
torto e chi ha ragione, pensi a questioni tipo quella israelo-palestinese. Ma
puntiamo a dare gli strumenti critici anche per affrontare le conversazioni, i
tedeschi hanno il gusto infinito della conversazione; cerchiamo di stimolare a
essere più attivi e partecipi”. E quella
che ci fa, allora? Sul computer di Carmen spicca una striscia adesiva: “This
machine kills fascists”. “Ma no”, ride, “sono pacifica, e´una frase dei
fratelli Green, per dire che la tecnologia fa crescere la democrazia”.




“L’Italia mi manca, il mio sogno è restare qui una decina d’anni, accumulare conoscenze e magari mettere da parte un po’ di soldi per tornare con un´ associazione che faccia educazione politica. Ce n’è bisogno, anche di una struttura stabile di riferimento tipo l’agenzia nazionale che c’è in Germania. Chissà, magari partirò dall’Emilia Romagna, poi potrebbero nascere associazioni in altre regioni, e una centrale che le coordini tutte…”. Corre con i sogni Carmen…Intanto si gode i successi ottenuti a Monaco in collaborazione con l’università. “E certo! L’educazione alla politica non si fa nel proprio orticello ma su campi più ampi, collaborando. Così per esempio sulla mafia abbiamo stabilito un ottimo rapporto con l’istituto di italianistica, il più forte in tutta la Germania, e facciamo iniziative insieme”. Anche riempiendo le grandi aule. Che dei “formidabili scoop” dei poveretti non sapranno mai nulla. Mostra le foto: “Ha visto quanta gente?”.  Vero, anche a Monaco di Baviera. Potenza dei giovani italiani venuti dalla democrazia più maleducata d´Occidente a educare alla politica il paese che detta regole all´ Europa. Quasi incredibile. O no?

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