Il sogno di Gaia. Il cinema e la macchina dell’olfatto

Il Fatto Quotidiano, 13.2.2016

Certo che ce n’è di gente strana al mondo. Che
sogna di conquistare il successo brevettando la tazzina da caffè per mancini, o
inventando la macchina del tempo. Guardi Gaia Morrione mentre ti racconta, in
un bar di Berlino, un progetto fantascientifico e ti viene di pensare esattamente
a questo. Solo che lei non vaneggia e non millanta . Anzi. E’ donna operativa, che
ha avuto responsabilità di vertice nella realizzazione di grandi eventi a Roma quando
sindaco era Valter Veltroni e trionfava il mito di un rilancio della città sulle ali della cultura: il parco
della musica dell’auditorium, il film festival internazionale. Ha curato eventi
di ogni tipo, dal teatro alla fotografia, dall’arte contemporanea all’alta
moda, in tutto il mondo e con artisti di tutto il mondo.

Figlia di Roberto
Morrione, uno degli ultimi hombres
verticales
del giornalismo nazionale, Gaia gira per il mondo alla ricerca di
imprese straordinarie (aggettivo che le piace molto) e una nuova, forse la più
straordinaria di tutte, l’ha trovata.
Chiamiamolo il sogno dell’olfatto. Sì, l’olfatto è il suo futuro, e anche il
nostro, a suo giudizio. “Ma lei se l’immagina un film in cui le scene che
scorrono sullo schermo sono accompagnate dentro il cinema dagli odori e dai
profumi della situazione? Lei vede un western e sente l’odore della polvere da
sparo, oppure il profumo intenso delle zone selvagge. Vede un ballo in
discoteca e sente il misto di sudori e di alcolici. La scena di Gomorra con la discarica dei rifiuti e
sente l’odore terribile delle tonnellate di rifiuti. Un amore sul mare e arriva
il profumo della salsedine. Sa con chi ne ho parlato, ad esempio? Con Frederic
Malle, un asso della profumeria indipendente, di quella vera, artistica, che
grandi maestri profumieri compongono
con materie prime d’eccezione. E’ il primo che ha messo sui flaconi i nomi dei
profumieri che li avevano creati, suo nonno ha realizzato tutti i profumi di
Christian Dior. Ma voglio parlarne sempre di più con chi è in grado di creare un
nuovo linguaggio artistico e commerciale.”

“Difficile, dice? Ma tutta la mia vita è stato un percorso in salita.
Bellissimo e frustrante, a volte doloroso. Questa è un’idea grande, che ha ormai
alcuni decenni alle spalle. E’ arrivato il momento di metterla in pratica”. Guardi
la signora bruna che tracima entusiasmo e pensi che se qualcuno ci riuscisse davvero
sarebbe una  rivoluzione. “Macchina
dell’olfatto”… Gaia parla proprio così. Anche perché la macchina c’è sul serio e
l’ha inventata uno scienziato di origine austriaca acquartierato a Berlino,
zona Kreuzberg. Si chiama Wolfgang Gaeorgsdorf e ci sta lavorando da anni. Ha realizzato un organo elettronico
dell’olfatto e l’ha chiamato Smeller 2.0, “lo può vedere subito su
smeller.com”. Questo genio che pare uscito dai fumetti ha esposto la sua
macchina degli odori a Linz. Una specie di organo, appunto, che combina ogni
forma di odori, dai profumi più intensi alle puzze più fetide, in base alle
situazioni che bisogna rappresentare. Quest’estate da luglio a settembre sarà
operativo al Radialsystem, teatro d’avanguardia berlinese. Vi si daranno
appuntamento artisti e intellettuali con seminari specialistici. E ne verrà
celebrata la sperimentazione in grande stile, in una sequenza di rappresentazioni
teatrali e artistiche.

“Il rischio che si sovrappongano gli odori? Nessun
rischio, perché il bello della macchina è che così come ha immesso un profumo
nell’aria, così lo fa sparire assicurando il ricambio, la circolazione, senza
che nulla ristagni nel locale”. Fra l’altro lo scienziato geniale, che ha
appunto alle spalle il re dei profumieri, è anche pianista, e dunque nulla
esclude che in questi exploit sia lui stesso a guidare con la musica anche le
sonorità, creando da solo una “straordinaria” esperienza dei sensi.
E Gaia? Spirito inquieto che gira il mondo cercando di varcare i confini del
possibile, studia come costruire relazioni e fama per questa innovazione che
sembra fatta apposta per portare in terra le sue fantasie. Così possono nascere
e diffondersi le scoperte che cambiano la nostra vita. Un pianista-scienziato,
una creativa in cerca di esperienze d’avanguardia. “Perché un certo tipo di
eventi non mi interessa più. Voglio stare nelle sfide che cambiano davvero il
mondo”. E del giornalismo di suo padre, Gaia? “E’ stato un grande giornalismo e
non tutti l’hanno capito. A me basta avere saputo da un amico comune che quel
che facevo lo rendeva orgoglioso. Ma è un’altra storia. La prossima volta”.



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