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Il diritto alla malinconia. Luca Cafiero
Torno sul Blog con malinconia. Se ne è andato Luca Cafiero,
leader della mia gioventù. Con Mario Capanna e Turi Toscano guidò il Movimento
Studentesco milanese, epicentro della rivolta giovanile del ’68, una fiumana di
ragazzi che arrivavano e cambiavano idea, o che arrivavano perché avevano
cambiato idea. Dopo la morte di Toscano in un incidente stradale in Yugoslavia,
Cafiero prese la guida del Movimento Lavoratori per il Socialismo,
organizzazione politica nata da quel più grande movimento, come a non farne
disperdere le energie e i valori. Fu un leader serio e colto in un’epoca che diede
voce al diritto di studiare; e che prevedeva l’uso della forza fisica come
risorsa difensiva, ma anche come risorsa competitiva. Lui ne espresse bene
tutte le facce. Ma tenne la sua organizzazione, che a Milano (e non solo) pesò
molto, al riparo dalle suggestioni della lotta armata, e nel delirio giovanile
della seconda metà degli anni settanta vi assicuro che non fu facile affatto. Essendo
più adulto della mia generazione (entrò nel movimento da assistente universitario,
era una promessa della filosofia accademica), lo vivevo con rispetto, ma anche
con affetto. Si preoccupò per la mia incolumità ai tempi del terrorismo, rapire
il figlio del generale poteva essere un’ottima rappresaglia delle sigle della
lotta armata contro il MLS. Perciò ebbi la protezione dei miei compagni al
mattino sotto casa per qualche tempo. Dettagli, significativi però.
Ora è come se un’epoca simbolicamente chiudesse per davvero, e avverto una
nostalgia strana, visto che non ho mai fatto il reduce. Altri giovani verranno,
o forse già ci sono: così ho chiesto alla Biondina di scrivere a mio nome sul
suo fb. Lo vedremo già il 21, una volta di più. La fiumana dell’antimafia in
ogni città d’Italia.
Eppure le foto di allora, quella piazza Duomo zeppa di giovani innamorati di
una rivoluzione che non sarebbe arrivata, mi inteneriscono. E mi pongono
domande alle quali non so rispondere o preferisco non rispondere. Non del
tutto, almeno. Si vive una volta sola. E dentro ci sono tante vite, e tra loro
si vogliono bene. Quando questo accade, si può dormire il sonno del giusto.
Anche quello più lungo. Addio Luca.
Nando
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