Me medesimo- Usanze 2-0. E arriva la giornata di Libera

 

Che bello, ieri sera, avere battuto gli “scioperatori” (sul
modello dei famosi “lavoratori” di Alberto Sordi). Mi dà sempre un gusto
particolare quando si riesce a fare qualcosa alla faccia del famoso “sciopero
del venerdì”, specie di rito dell’Italia sindacale, via via diventato una
caricatura del conflitto sociale. Venerdì sciopero dei trasporti, sabato
trippa. Ormai è un elemento del paesaggio. Da anni metto in bilancio nel mio calendario
accademico almeno tre venerdì di sciopero dei trasporti. Non so quando né
perché, ma ci saranno. E’ l’usanza. Così ingaggio la mia ribellione personale,
avendo un rispetto sacro per il conflitto sindacale, assai meno per chi pensa
di avere talmente tante ragioni da essere costretto, per ottenere adesioni, ad
appiccicare il giorno “di lotta” al week end. Di chi è talmente convinto del
suo seguito tra i lavoratori da dovere bloccare l’accesso alla metropolitana
tirando giù le serrande delle singole fermate (a proposito: siamo sicuri che
sia legale?).

Per questo quando mi è stato detto che per la serata della presentazione di “Passaggio
a Nord” era stato decretato il 307° “sciopero dei trasporti” suggerendomi il
rinvio dell’appuntamento ho detto “non se ne parla neanche”. E infatti la sala era
piena. Ah… E che bello sconfiggere un’altra usanza: quella secondo cui i libri
si presentano facendo fare relazioni a personaggi noti al grande pubblico, che
magari arrivano avendo letto al massimo la quarta di copertina o per parlare di
sé. Io, lasciatemelo dire, ho fatto la cosa più semplice. Mi sono chiesto:
salvi alcuni (alcuni) magistrati, chi ne sa davvero di mafia al nord? E ho
scelto Lorenzo Frigerio, giornalista storico di Libera, e Giuseppe Teri, anche
lui di Libera e insegnante di punta da decenni del movimento antimafia. Persone
che quando leggono un libro ne afferrano tutti i risvolti, lo mettono in
relazione con le fatiche dell’impegno civile, ti fanno insomma osservazioni e
domande che vanno al cuore dei problemi. E così è stato, amici miei. E
confrontare il proprio lavoro in questo modo ha un senso. A guidare c’era l’allieva
ottima Martina Mazzeo, anima di Stampoantimafioso, bravissima e per la prima
volta (e diciamolo…) con un’ombra di rossetto. Ho finito pensando che è proprio
vero che per fare, e per fare cose buone, bisogna sapere sfidare le usanze.
Domani a Messina si incontrano, grazie a Libera e con Libera, centinaia di familiari
delle vittime innocenti di mafia. In previsione della giornata del 21 marzo che
quest’anno si distribuirà, come una cascata, in mille luoghi d’Italia. E che
finalmente diventerà –il Senato ha già votato- giornata ufficiale della memoria
e dell’impegno. Ce n’è voluto di tempo, ma ora il traguardo è vicino. E nel
paese dell’oblio non è un traguardo da poco.
P.S. Per chi fosse interessato, domattina domenica alle 11.30 parlerò di questo
su Rai3, Tgr RegionEuropa.

 

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