C’è del buono in Danimarca. E del marcio in Italia (e meno male che c’è l’antimafia…)

Amici miei vi saluto per qualche giorno. Volo in Danimarca, destinazione università di Aahrus. Pochi anni fa girai questa deliziosa città dello Jutland in uno dei viaggi più belli che abbia fatto, con strade inondate dal tramonto che sembravano copertine di Bruce. Andai a vedere l’università con la biondina. E ci rimasi davanti, camminando su e giù tre quarti d’ora, incantato per quella grazia che sapeva di cultura. Poco distante da noi c’era un’altra coppia, anch’essa italiana, anch’essa comprensiva di almeno un docente universitario. Dissi alla biondina: chissà cosa darei per insegnare qui. Ecco, dopodomani -udite udite- ci terrò una conferenza sull’importanza delle donne nel movimento antimafia italiano. Tema che, come alcuni di voi sanno, mi sta particolarmente a cuore, visto che è da anni che teorizzo, pure  per iscritto, che “l’antimafia è donna”. Ci rifletto e penso che mentre in Italia si guarda all’antimafia con diffidenza, all’estero l’antimafia suscita (giustamente) interesse culturale e scientifico; anzi è diventato quasi un made in Italy uguale e contrario a quello che abbiamo esportato con vergogna per più di un secolo. Non vi dico nemmeno che anche il seminario di Aahrus è stato inventato e promosso da una giovane donna danese che ha conosciuto l’Italia.
A proposito di vergogna, ma cosa dire del partito che ebbe tra i suoi avi il signore della questione morale e che un giorno gli arrestano un ex viceministro in Calabria e un altro giorno il presidente del partito in Campania? Qui si va a rotoli davvero. Si declama e si va a rotoli. Di più: si tuona orogliosamente sui propri consensi e si prendono (e ancor più si prenderanno) scoppole elettorali. Non mi fa piacere. Certo quando più di vent’anni fa coltivavo con pochi l’idea del futuro partito democratico che, per carità, allora nessuno voleva, non lo immaginavo così. Conclusione: quando uno una cosa non la vuole fare è meglio che non la faccia.
Ultima perla: ieri al ristorante, dove ero andato finalmente in formazione famiglia, dietro il nostro tavolo quattro tipi parlavano ad alta voce di come truccare le gare. Hanno rotto l’anima tutto il tempo (ma ho preso diligentemente nota, come leggerete sul Fatto di sabato, sbirro sugno!). Soprattutto però mi hanno indotto a chiedermi perché diavolo sostengano che le intercettazioni telefoniche violano la loro privacy. Ma se tanta è l’impunità che le loro cose se le gridano in pubblico! Poi se la pigliano con Davigo… Tranquilli, comunque: vi saluto Aahrus.

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3 commenti

  1. MARIKA DEMARIA

    Buon viaggio, caro Nando!
    E congratulazioni per la lezione che terrai in università! Sono sicura che sarà meravigliosa!
    Un abbraccio

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