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La festa della mamma. Pensierino della sera
Pensierino di mezza sera, mentre scrivo un progetto per il futuro della mia università. Festa della mamma: più invecchio e più questa festa mi sembra acquistare una profondità misteriosa. Si diceva una volta che la festa della mamma se la sono inventata le grandi aziende dolciarie, che è il trionfo del cinismo consumistico, altro che la festa dell’8 marzo, data di liberazione della donna. E invece sta accadendo il contrario: che proprio l’8 marzo diventa festa del consumismo (tutte fuori la sera al ristorante, le mimose a ogni angolo a prezzi astronomici) e quella della mamma riporta a un’idea che custodiamo con qualche pudore dentro di noi: che l’amore di una madre è incommensurabile, profondo come il mare, avrebbe detto Dalla. Che a volte (non sempre) è la misura dell’infinito. E ci piacerebbe poterlo avere con noi, e invece se ne è andato, è via, e non sapevamo che avesse quella misura. Oggi dal fioraio erano molti i giovani in fila per prendere un fiore, informandosi dei prezzi. Forse non sanno nemmeno che il loro dono sarà guardato ora per ora, è sbocciato il fiore di mio figlio, e sarà ricordato per mesi, e forse un petalo finirà tra le pagine di un libro o in un cofanetto stipato di ricordi. Che grande festa, amici miei…
(non sarei quel che sono se non ricordassi che l’8 maggio sera di tanti anni fa una mamma iniziava il suo calvario, la lotta solitaria per il suo Peppino; si chiamava Felicia…, la vedete in foto)
Nando
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