Il mio no sul referendum. C’era una volta un liberale…
Il signore che vedete qui sopra in ritratto (non digitale) si chiamava Alexis de Tocqueville. E’ vissuto in Francia nella prima metà dell’ottocento (morì nel ’59), con una piccola parentesi negli Stati Uniti, dove era andato a studiare sul campo i segreti della democrazia. Pochi come lui si sono arrovellati sul tema della (e delle) libertà. Per questo era arrivato a temere anche le maggioranze elette democraticamente. Il suo ragionamento era che proprio vantando il fondamento democratico del loro potere le maggioranze potessero ubriacarsene, fino a schiacciare e a calpestare, in nome della democrazia, i diritti delle minoranze. Ogni tanto mi viene di pensare a lui. Anche perché ormai le maggioranze elettorali sono spesso minoranze di popolo, e dunque le ferite inferte alla democrazia dal loro senso di onnipotenza potrebbero essere profonde assai.Tocqueville naturalmente non conosceva la televisione, se no avrebbe avuto gli incubi.
Ecco, quando vedo le ondate di conformismo che si impadroniscono dei partiti e degli schieramenti parlamentari, penso che se è giusto che comandino le maggioranze è altrettanto e ancor più giusto che questa capacità di comando abbia dei limiti. Sono appunto i limiti previsti dalla nostra Costituzione, anche se a farla non sono stati dei liberali alla Tocqueville. E sono esattamente questi i limiti che la cosiddetta riforma della Costituzione vuole scardinare. Per questo mi darò da fare per dire no al referendum autunnale. L’ho scritto nel mio “chi sono” che mi sento soprattutto (se non solo) un democratico, no? Be’, questa è l’occasione di dimostrarlo. Renziani e antirenziani non mi frega nulla. Amanti della democrazia o indifferenti alla democrazia invece sì, mi frega molto.
massimo fontana
Fino al referendum bisogna informare, informare, informare……solo così si potrà evitare un risultato indifferente alla democrazia.