La leggenda di Felicia e di Peppino

Ho appena finito di vedere il film Rai su Felicia Impastato. Bello, fatto bene. Delicato e forte insieme. Mi sono confermato nell’idea che la storia di Peppino sia in fondo meno ricca senza quella di Felicia, che non è storia da comprimaria. Me ne resi conto dedicandole un capitolo del mio “Le ribelli”: quando lo ebbi scritto avvertii d’incanto la forza eccezionale, straziante e meravigliosa, di quella donna. Il film ha reso giustizia anche del ruolo che ebbe nella rivolta antimafiosa di quegli anni Umberto Santino. E volete saperlo? Ho provato un moto di orgoglio per avere scelto i beni confiscati di Cinisi per una delle nostre università itineranti. Settembre 2014. Ho rivisto la casa Felicia (sempre aperta), il corso centrale, quel casolare in cui Peppino fu ammazzato, l’emozione dei miei studenti (trovai una studentessa che piangeva da sola tra il casolare e la ferrovia), la casa di Badalamenti, confiscata pure quella, ci facemmo la presentazione del mio “Manifesto dell’Antimafia”, incredibile a ripensarci.
E Chinnici, e Caponnetto, che faceva fatica a farsi comprendere nella sua saggezza giudiziaria. Storia che ci prende e ci parla sempre, e che i “Cento Passi”, con la canzone dei Modena che vi si è ispirata, ha trasformato in una leggenda popolare.
E a proposito di memoria, e di vite da trasformare in leggenda popolare, vi consegno il link dell’intervento che ho fatto al liceo “Palumbo” di Brindisi per ricordare Renata Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=1l9ET-wGXwA&feature=youtu.be
Buona notte, amici blogghisti!

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