Inghilterra. E il padre disse al figlio dove vivere
La cosa più profonda sul referendum inglese l’ho sentita dire da Gherardo Colombo (nella foto) qua al Festival della saggistica di Fano, dove è stato premiato e ha tenuto una grande lectio magistralis, e dove io sono accampato da giovedì sera come esimio e prestigioso e illustre presidente del comitato scientifico (gratis, perciò mi danno le cariche…). Ed è questa: i padri hanno deciso per i figli un futuro diverso da quello che loro volevano. E in effetti, pensiamoci: se un padre imponesse al figlio quali studi o che mestiere fare, o dove andare a vivere, diremmo tutti che è un padre autoritario. Ma se i padri insieme decidono il futuro dei loro figli, sapendolo diverso dalle loro aspirazioni, è la democrazia, bellezza. C’è anche questo retrogusto amaro nella vicenda inglese. Non lo sapevano? Non ne hanno parlato in casa? Viaggi, Erasmus, opportunità di vita? Da sociologo mi importa più questo delle borse.
La cosa meno profonda invece è arrivata (ma posso sbagliarmi) dal nuovo sindaco di Milano. Che si rallegra di quanto è successo per le nuove opportunità finanziarie che si aprirebbero per la sua città. Spera in nuovi investimenti da parte degli “head quarters” (ha detto proprio così) di importanti società. Insomma: Europa più piccola, Milano più grande. Un ottimo programma.
In ogni caso un po’ ottimista lo sono. Non temo molto gli effetti imitativi. Appena ci si accorgerà dei danni provocati da questa pensata di Cameron e dei suoi elettori, appena arriveranno al pettine i nodi dell’Irlanda del Nord e della Scozia (perché obbedire all’Inghilterra?), appena si proverà ad applicare la testa invece della pancia all’elenco vero dei prezzi da pagare, forse si smetterà di giocare alla roulette russa con i destini dei paesi. E gli arruffapopoli arretreranno, o saranno un po’ meno baldanzosi.
(In ogni caso questo festival di Fano è proprio bello! piazza strapiena a tutte le ore, più i laboratori per i bambini e le letture di poesie. E clima e cibo e amicizia e venticello notturno da riconciliarti con la vita. Oggi avevo smarrito l’agenda, me l’hanno recuperata in un bar, mi hanno fatto cercare, la giornalaia mi ha offerto la sua bicicletta per andarla a riprendere. Questo sì che è marketing territoriale…)
Marco_B
E ‘ sempre un piacere leggerla.marco
Noemi Sinagra
Noemi Sinagra
Luigia Lauro
Solo il 36% dei giovani inglesi sono andati a votare, i diritti vanno anche difesi…
Olmo Neri
Anche perché i figli non son andati a votare, perché senza speranza o hanno votato per l’exit contro i padri ciechi, che intanto votavano SI anche loro…
Riccardo Ricciardini
Non si votava Si o No, bensì Leave or Remain: cominciamo ad internalizzarci un poco anche noi come Renzi, magari chissà un giorno anche a noi sarà concesso di conoscere la Merkel e di andarci a cena.. Anche se sarà fuori dalla porta di casa sua e serviti dentro ad una scodella con su scritto Fido.. Noi in fondo siamo i figli di Renzi..
Olmo Neri
Leave era Si a uscire … 🙂
Riccardo Ricciardini
Comunque il problema italiano è che ci sono padri che decidono per i figli degli altri..
Francesco Rossi
non hanno detto dove, semmai come. Eliminare le barriere per poter andare in giro per l’europa e per il mondo se non si hanno neanche le risorse per vivere è una presa in giro. Parlare di erasmus quando ci sono in ballo vincoli che possono portare al fallimento di uno Stato come il pareggio di bilancio, il vincolo del 3% o il dover partecipare alle “missioni di pace” che costano decine e decine di miliardi di euro è una enorme sciocchezza. Vincoli che ovviamente hanno la precedenza sula Costituzione, dove c’è invece scritto chiaramente che l’Italia ripudia la guerra ad esempio.
Daniela Marcandelli
Colombo ha detto una sciocchezza: i più giovani, quelli davvero “globalizzati”, hanno rinunciato proprio ad esprimersi.
Giuseppe Sindoni
Purtroppo è successo anche che i figli inglesi più giovani non sono andati a votare.
Valentina Chirico
Ma scusate che i giovani inglesi nn sono andati come fanno a saperlo? Che i vecchi hanno votato exit come fanno a saperlo? A me sta storia dei numeri mi sembra una bufala
Daniela Marcandelli
Quando lei si reca al seggio consegna un documento e viene registrata la sua presenza: facile quindi desumere chi ha votato e chi no. Cosa ha votato chi, invece, in genere è un’analisi astratta legata a sondaggi pre o post voto.
Luciana Daniotti
Trovo preoccupante questa nuova ondata di analisi critiche al voto dei referendum, sottolineando che il popolo non è sufficientemente colto per poter scegliere, e quindi esprimersi, a proposito di quesiti “tecnici complessi”. Domando da quando in qua? Si sottolinea che sarebbe meglio una Democrazia Rappresentativa in base alla quale solo la “classe dirigente” del paese, “preparata” e dunque “sapiente”, dovrebbe esprimersi in nostra vece. Allora chiedo al Sindaco Gori e a Michele Serra, due delle voci che sostengono il voto “elitario”: davvero affidereste a piene mani il vostro vota a uno Scilipoti o a un Razzi o a un Gasparri o a un Borghezio qualsiasi. o peggio a un nuovo Mussolini?
Stefano Ripamonti
Nando, perché non si è parlato di tradimento generazionale a proposito della nomination di Hillary Clinton, avendo i giovani votato in massa per Bernie Sanders?
Mimma Visalli
Anche qui… i figli non sceglierebbero Renzi ed il suo cerchio magico
Cristian Lo Iacono
…E le madri ?
Fabio Ghigna
Democrazia è anche accettare un esito di una votazione diversa da quella che ci aspettava. Anche i meno istruiti hanno diritto al voto se poi si vuole togliere il suffragio universale…..ovviamente non si sarebbe parlato di vecchi meno istruiti se il voto fosse stato diverso….
Carlo Laiso
Ma quanto è successo nn è figlio della superficialità che prevale oggi ? Mi spiego. Le elezioni si vincono con il 50%. Tanto poi nel giro di qualche anno si vota nuocamente. Ma si può prendere una decisione di questa portata con una maggioranza semplice ? Nn sarebbe meglio fissare una maggioranza qualificata. Diciamo 75% ??
Gianandrea Staffiero
I giovani che hanno votato hanno scelto Remain. Ma purtroppo molti, troppi giovani sono rimasti a casa. Così hanno vinto gli anziani pro-Brexit