L’unico boss che amo

Quattro ore fantastiche a San Siro. Un concerto strepitoso, anche se con qualche decibel di troppo. Bruce senza sosta, senza una pausa, di una generosità infinita verso un pubblico mai sazio (alla fine dopo i bis è tornato ancora da solo sul palco per una edizione incredibile, armonica e chitarra, di “Thunder road”). Amo questo mio perfetto coetaneo perché mi conforta sull’età e sui suoi prodigi possibili. Perché mi ha accompagnato per più di trent’anni, non so neanche più i libri, gli articoli, i documenti che ho scritto ascoltandolo, più i lenti che i pezzi rock in verità. Perché si porta dietro l’amore dei miei figli, con il Gracco che conosce tutte le scalette di tutti i concerti dagli anni settanta a oggi e che mi ha confiscato ogni disco prima e cd poi, per restituirmeli in altre forme progressivamente nel tempo; e mia figlia che come straordinario regalo di compleanno al fratello gli prepara la sorpresa di conoscere di persona l’idolo per cui ha girato il mondo. Amo il suo pubblico, perché è allegro e pacifico, di tutte le età. Anche ieri sera nonni e bambini, mariti e moglie e fidanzati e gruppi di ragazze e ragazzi. Che lo cantano sapendone tutte le parole, con una gioia mandata dai gesti e dalle espressioni dei visi.
E’ stata, èbruc davvero una grande esperienza. Ieri sera poi, vedendolo sugli schermi nella penombra (non ha voluto i riflettori sul palco, credo per il caldo asfissiante), quando si è concentrato in un lento mi è sembrato trasfigurarsi; per un attimo, l’ho detto alla Biondina che annuiva sopresa, è assomigliato al grande Marlon Brando del Padrino. Scherzi da Boss… (la foto è mia personale di ieri sera, e si vede…)

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10 commenti

  1. grazie per queste parole. Bruce secondo me è uno uomo, come alcuni altri che sono già sui libri di storia, ha ricevuto una missione, quella di provare a rendere questo mondo migliore.

  2. Mi piace, mi piace molto Bruce Springsteen. E mi piace Nando Dalla Chiesa, quando parla così di lui e quando parla di Costituzione e di politica. Domani io a S. Siro, insieme a tanti, per qualche ora di felicità.

  3. “Mi conforta sul’eta’ e sui suoi prodigi possibili” : forse riusciro’ a vivere di progetti e non di ricordi e nostalgie e rammarico per cio’ che avrebbe potuto essere e non e’ stato.Al di la’ degli stereotipi che concedono solo alla giovinezza la possibilita’ di “costruire”, anche su se stessi e continuando a coltivare la propria intelligenza.

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