Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
Io, sessista e maschilista
Ragazzi, qui non sta bene il mondo, ma non sta bene nemmeno la gente. Qui ogni scena di ordinaria follia (un coltello, un raptus, una pistola viaggiante) diventa fatto di politica internazionale prima ancora che sia saputo che cosa è successo. Poi arrivano i fatti drammatici e scopriamo di essere tanto ossessionati quanto disattenti… Il caldo, dove c’è, non aiuta. Mi dicono che il post su Maria Elena e Dacia mi abbia procurato su fb l’epiteto di maschilista e sessista. Lo trovo fantastico. Aggiungo però, doverosamente: oltre a essere quelle due cose, ho anche in odio, e tanto, i giovani che fanno carriera; e sono pure ferocemente antitoscano benché nato a Firenze. Ora si spiega perché non mi sono accodato allo strepitio politico contro una vignetta, che aveva le caratteristiche già ricordate. Lo trovo incredibile. Scrivo libri sulle donne (di quelli che le donne non scrivono), ne parlo in lavori teatrali, ho attenzione riconosciuta per le loro qualità morali, a partire dall’università, mi chiamano anche all’estero a raccontare la coraggiosa e misconosciuta quotidianità delle donne nella società italiana, poi passa un feisbuchista o una feisbuchista e insulta perché non ti piazzi nel coro (remunerativo) di chi fa dichiarazioni stampa contro “questo tipo di satira”. Un maschio può subire di tutto, anche sul suo fisico, anche sul suo esibizionismo, la donna no.
Forse sarebbe il caso di ricordare che la parità ha onori e oneri. Io posso, pur nella parità, avere più rispetto anche formale per la donna; però io ho letto e coltivato il “Galateo del Carabiniere”, grande pubblicazione ottocentesca che insegnava la pratica del garbo e della gentilezza verso la Signora (dev’essere lei a proporre all’uomo di darsi del tu, non viceversa, ad esempio). Ma la parità manda un po’ all’aria molte convenzioni petrarchesche, anche perché certe signore in tram (ma anche nei salotti) turpiloquiano che è un piacere. E comunque tra i diritti da riconoscere a tutti c’è l’esenzione dalla satira sui propri difetti fisici (vedi la vignetta su Brunetta), non sui propri atteggiamenti. Non c’è allora maschilismo verso la Boschi? Secondo me sì, e sta nel brulicare di foto che ne esaltano gli inizi di cellulite o che la riprendono in pose private che dovrebbero restare totalmente fatti suoi (e che sono destinate ai giornali femminili…).
Ma quelle non scatenano nessuno. Perché è impossibile mescolarle con la politica. Mentre qui c’è un effetto politica (soprattutto effetto potere) che si respira a un miglio. Che la boa di ferrragosto ci renda tutti più savi. E auguri a tutti da una Milano semideserta e perciò bellissima!
P.S. Ai tempi del terrorismo una striscia di vignette prendeva in giro mio padre per il suo futuro assassinio a opera delle Brigate Rosse. Prendeva in giro anche mia madre, che ne era già morta di cuore. Non insorse nessuno, né maschio né femmina. Diritto di satira.
Nando
Next ArticleLuna che dall'alto conquista