Terremoto. La scuola come metafora

La scuola di Amatrice come simbolo di un sistema? Mi ha scritto Maria: “Ecco, io vorrei sapere tutto, ma proprio tutto, di quella scuola. Ogni passaggio. Scuola significa, innanzitutto, bambini. Gli innocenti per definizione. L’inchiesta in corso, passo dopo passo, dovrebbe essere di vetro: uno specchio collettivo, finalmente”.
E aggiunge: “La Scuola. Entrambi, Nando, in forma diversa, ci abbiamo pensato. E’ quello uno dei nodi, se non il nodo. Come in un piano cartesiano, lì le cose si incrociano e definiscono: i bambini/gli adulti, luogo di cultura e crescita/spazio di corruzione, rispetto/prepotenza, attenzione/indifferenza. Plasticamente, nelle regole o calpestandole, vita o morte. Se Dio o chi per lui gioca a dadi, con le sfasature di tempo e di luogo, i ritorni e le partenze – e qualche volta così assurdamente sembra – non è detto che si debba essere, per quello che si può, solo spettatori.
[…] Perché non tentiamo di farne un caso che scuota, che buchi la melassa voluta degli aneddoti superficiali, un evento che diventi interrogazione collettiva, emblematico della pochezza del nostro presente? […] Sotto quel tetto, tra quelle mura e polvere ci sono i torti e le ragioni. Impariamo a costruire e a ricostruire, innanzitutto per i bambini, il senso di ciò che ci è caro.”

Condivido. La scuola come metafora, verrebbe in mente Rodari (per questo ho voluto mettere lui nella foto). Qualcuno, dai luoghi della tragedia, ha precisato che quella scuola in realtà non è stata costruita con criteri antisismici ma è stata oggetto di interventi antisismici. Non so se lo scopo fosse quello di alleggerire le responsabilità pubbliche e private o di aggravarle, visto che a Norcia, come tutti confermano, quel “semplice” intervento ha davvero tenuto in sicurezza gli edifici. Sta di fatto che con grande amarezza sempre lì si torna. Uno si fa scrupolo che i terremoti sono imprevedibili e che nessun governo al mondo li può evitare, e che dunque c’è poco da “buttarla in politica”, poi però la politica c’entra sempre qualcosa. Oppure c’entra la corruzione. Oppure l’interesse privato. Tutta materia che la politica, specie quando i prezzi si pagano in morti innocenti, dovrebbe tenere sotto rigoroso controllo.

P.S. Quanto al mio invito a mandare gli aiuti a persone di cui ci si fida, chiaro che ci sono anche i conti correnti di cui è ragionevole fidarsi. Ma come fa il cittadino qualunque a selezionarli? E a sapere i rivoli per cui i suoi soldi passeranno? E con che severità saranno controllati dopo le prime settimane? Io per l’Aquila sono stato contento di avere mandato il mio aiuto a un parroco. Soluzione imperfetta, lo so. Ma almeno non ho arricchito nessuno.

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13 commenti

  1. Ma se un imprenditore è disonesto e ci vuole lucrare più del dovuto…. c’ entra la politica? Mi sembra stia diventando un facile capro espiatorio di vizi umani e delle italiche genti…

  2. Replica al sig. Massi Milano Accidenti se c’entra la politica! Se tu assessore ai lavori pubblici fai fuori l’ingegnere capo dell’ufficio tecnico comunale che ha annusato puzza di bruciato in una gara d’appalto sospetta forse una “piccola” responsabilità ce l’hai non crede sig. Massi Milano? E potrei proseguire con ulteriori esempi. Ha mai sentito parlare dei c.d. “bandi identik”? Traduco: bandi che – per requisiti di ammissibilità alla gara sembrano cuciti addosso a certe imprese ? Sa chi li definisce le linee guida delle gare ? La giunta comunale ! ( T.U. EE.LL. n.267) E lei sostiene che la politica non c’entra ? Se vuole approfondire si prenda un bel testo di diritto amministrativo e legga prima di parlare di capri espiatori…con tutto il rispetto la saluto.

  3. Eco bravo signor Nando hanno voluto alleggerire le responsabilità ., cosa significa intervento di sicurezza con tutti quei bambini morti …vogliono farci credere quello che vogliono , ma per fortuna non sciamo stupidì da capire

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