3 settembre a Palermo. Giulio Regeni. Il terremoto e i suoi sciacalli. E altro

Primo giorno di settembre alle spalle da un quarto d’ora. Sono tornato a Milano lasciando le meraviglie della Calabria jonica, altro che Capalbio e Taormina, io dico che non c’è paragone. Ho passato la giornata in università a controllare i preparativi della grande Summer School su “Antimafia perché. Antimafia come”. Viste le iscrizioni: bellissimo, sono decine e decine. D’altronde è davvero un’occasione di incontro unica. Poi ultimi dettagli sull’università itinerante di Isola di Capo Rizzuto. Ci andremo in 35, mai avuto un numero così alto. Sarà una faticaccia, ma si annuncia come indimenticabile, sarete informati giorno per giorno, non temete. Perfino una serata su Rino Gaetano, cultura altissima. Oggi (ovvero domattina) vado a Palermo, per la data che mi ha segnato la vita, 3 settembre. Nella caserma in cui ho vissuto, l’Arma dei carabinieri e l’Università di Palermo hanno organizzato un seminario sulla figura di mio padre alle 18. E il 3 Palermo celebrerà la sua prima “giornata dell’onestà”, poiché così è stata dichiarata per sempre la data su iniziativa del sindaco Leoluca Orlando. Con cui la sera davanti alla cattedrale si parlerà di “Tutti gli uomini del generale”, il bel libro di Fabiola Paterniti.

A Milano oggi (ovvero domani sera) si parlerà invece di Giulio Regeni alle 21: alla festa dell’Unità dello Scalo Romana, corso Lodi a Milano. La festa, mi dicono, non brilla di energia morale. Ma questa serata merita la partecipazione. Perché l’impegno di Regeni, le torture che ha subito, il rifiuto della verità da parte egiziana, l’irresponsabilità di chi lo ha mandato a fare il ricercatore in quel modo, sono una ferita per un popolo e per l’università interi. Se ne parlerà con Alessandra Ballerini, bravissima avvocato della famiglia.
Sul terremoto, mi darete atto che questo blog ci ha visto da subito. Anche il vescovo ha detto ora quel che tutti abbiamo capito in due giorni. Che maledetta terra di imbrogli e di lestofanti che sei, cara Italia che mi stai nel cuore e che hai per zavorra la tua testa, solo la tua testa, la tua fottuta testa, non la crisi economica….Insisto per il dibattito in piazza ad Amatrice: ma tra quelli di cui vorrei vedere la faccia in diretta davanti alle domande dei cittadini ora ci metto anche i potenti che esigevano la censura, e poi i giornalisti servili o giulivi che esortavano piccati e sussiegosi a non cercare anche questa volta le responsabilità del disastro.

E quanto alla testa del paese, vi do un consiglio: ascoltate su un autobus qualsiasi ciò che dicono al telefonino quelli che lo usano in qualsiasi momento, cioè i due terzi dei passeggeri. E fate la somma. Ma ci torneremo.

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35 commenti

  1. Dott. dalla Chiesa, buongiorno. Quella sera ero a Palermo….. mi stavo recando alla stazione per tornare a Roma, dopo una vacanza. Diciotto giorni dopo indossavo gli Alamari che porto tutt’oggi.

  2. Il 3 settembre 82 segna la vita di tutti gli italiani onesti nel ricordo di un uomo eccezionale mandato allo sbaraglio da uno stato che non lo meritava e ucciso da chi non valeva un laccetto delle sue scarpe. Il Generale ha segnato la storia di questo paese

  3. La figura di suo padre incarna l’essenza dell’Arma, quella migliore, esempio per l’Italia intera.
    Quella Italia che scrisse sul muro “Qui è morta la speranza…. ..”

  4. Ogni volta che vado a Palermo non posso fare a meno di passare davanti alla lapide, pensare a tutta la storia letta e riletta su ” il delitto imperfetto ” e provare il solito mix di rabbia , indignazione e voglia di cambiare questo nostro meraviglioso ma disgraziato paese

  5. io ho seguito la proiezione del film “100 gg. a Palermo ” rivivo i momenti con grande dolore …………ed ero accompagnata dai miei genitori………Coraggio Prof. Direttore Nando dalla Chiesa.

  6. Ho seguito la proiezione Del documentario ” Il Generale”…grande emozione…rabbia e risentimenti mi hanno scosso oggi come allora.Unico nemico ieri come oggi…lo Stato e chi vuole rappresentarlo!

  7. Costruire da un lacerante dolore individuale un impegno civile e un esempio per il futuro. E’ questo
    messaggio di “Le ribelli. Storie di donne che hanno sfidato la mafia per amore”. E’ questo in fondo cio’ che ci chiedono i nostri figli, sapendo che,quando vengono calpestati gli affetti e i diritti piu’ sacri, nulla, ma proprio nulla ci fa piu paura. Non e’ nemmeno possibile chiudere la bocca di “uno scricciolo di contadina con la 4* elementare…”

  8. Caro Nando, ti siamo vicini come lo fummo tanti anni fa quando tuo padre ed Emanuela vennero uccisi… Ti diciamo coraggio xché sappiamo quante memorie tornano nella tua Palermo …… Ciao!

  9. Suo padre era ancora in vita quando nel 1980 ho indossato come ausiliario la divisa di carabiniere. In ordine pubblico ci gridavano “Dallachiesino bello te l’accendiamo noi la fiamma sul cappello”. Io ed altri giovani c.c. ci sentivamo onorati di essere avvicinati alla Sua figura. Il Generale per noi era un mito. Poi Palermo……ed un buio senza fine.

  10. Oggi 3 settembre, da quel lontano 1982 sono passati 34 anni. La mafia non è stata sconfitta negli anni altri omicidi eccellenti. Si commemora per ricordare, perché la memoria è alla base di una costruzione di una società. Ma la politica cosa ha fatto fino ad oggi per dare risposte certe ai familiari delle vittime di mafia e alla società? Quasi nulla. Oggi per valorizzare, non disperdere la memoria, l’impegno e la onorabilità del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ci vogliono, da parte della politica, atti certi e concreti per sconfiggere mafia e corruzione dilagante.

  11. Chi non ha memoria non ha futuro caro Nando,noi continueremo ad averne di memoria e continueremo a ricordare chi sono i veri eroi,come tutti quelli caduti sotto i colpi della mafia,tuo padre in primis

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