Disavventure (e cose buone) a Sarajevo. Dal vostro viaggiatore “sequestrato”
E voi pensavate che avessi smesso di scrivere per pigrizia? No, carini. Sono andato a Sarajevo per una ricerca sulla criminalità nei Balcani, bellissima ricerca, di cui per scaramanzia vi dirò però solo a impegni presi. Vi accennerò semmai che è venuta con me l’ottima Carmela Racioppi, la nostra studiosa di vicende criminali balcaniche. E vi dirò invece delle peripezie che mi sono occorse per via della mia carta di identità. Dovete sapere infatti che, essendosi la vecchia carta vergognosamente strapazzata, ho chiesto di rifarla tre anni fa. E che, vedendola conciata in quel modo, l’addetto del Comune mi ha detto: per lei ci vuole il nuovo formato plastificato tipo tessera, con tutto scritto molto più in piccolo, davanti e di dietro. L’ho presa con grande gaudio, la tesserina, e somma invidia della Biondina. Be’, all’estero non la conoscono. E quindi, salve alcune grandi capitali, ogni volta becco un poliziotto che la prende, la palpa, la guarda con diffidenza e, abituato alle carte di identità che si aprono, cerca incredibilmente di aprirla dall’alto. E uno e due e tre, alla decima qualcuno è riuscito ad aprirla, nonostante le mie maledizioni.
Così ci ho messo un invisibile scotch, perché la sola vista di una fessurina scatenava la voglia irresistibile di ogni poliziotto o hostess al check-in di squartarla. Ieri mattina tappa per Sarajevo a Vienna. Il poliziotto ovviamente la apre dall’alto, dopo lunga e infruttuosa meditazione per ricordare se avesse mai visto qualcosa del genere. Spiego tutto, un po’ infervorato. Riesco a partire per Sarajevo. Qui ai controlli una poliziotta la guarda con aria schifata poi la getta sul tavolo di un collega, come dire “vedi tu”, naturalmente senza chiedermi niente. L’altro la apre dall’alto (e se no che ci sta a fare?), mi chiede se ho un altro documento, per tranquillizzarlo tiro fuori la patente. A un certo punto mi tolgono dal flusso dei viaggiatori e mi portano a sedermi davanti all’ufficio di polizia, dove resto da solo la bellezza di 35 minuti mentre gli aerei si svuotano e senza che nessuno mi dia e mi chieda spiegazioni. Quando già penso di tutto, arriva una poliziotta che deve avere qualche grado e mi dice che il tipo di carta di identità lei lo conosce ma che la mia non è valida perché è rotta (e grazie!). Mi rimanda da quella di prima consigliandomi bonaria di usare il passaporto (non previsto). E quella mi dice che devo fare il passaporto di emergenza, se no oggi non mi farà ripartire per l’Italia. Che mi costringerà a restare lì. Sussulto. Il passaporto di emergenza? E che è? E come faccio a procurarmelo in nemmeno un giorno?
Per fortuna sono andato a Sarajevo invitato a un incontro dall’Osce, la cui funzionaria telefona alla nostra ambasciata. Gentilissimi, stamattina mi fanno il passaporto di emergenza. Metto in tasca sollevato. Quando riparto lo mostro tranquillo al controllore di turno. Che invece lo guarda con diffidenza, strabuzza, fa gli stessi occhi alterati visti il giorno prima, chissà chi è questo losco italiano, chissà come ci sta prendendo in giro. Allora ho un guizzo di genio. Tiro fuori la carta di identità “non valida” e gliela mostro. Lui la guarda soddisfatto, gli occhi gli brillano. Ah, vabbe’, allora passi. Stupefacente. Ma Sarajevo è bella, affascinante, e la gente è gentile e ospitale (tranne che sul luogo di arrivo…), nonostante quel che ha patito. E questo mi commuove. E la nostra due mezze giornate sulla ricerca è andata benissimo, e sono qui che penso a come trasformarle in lavoro operoso. La prossima volta però, anche se non è previsto, ci vado col passaporto. E che nessuno si azzardi a propormene una versione plastificata.
Valentina Compagnini
Regole e opinioni alla frontiera, oserei dire!
Bentornato, Nando, continui così!
Rossella Grace Mat
Ecco perche’ dopo simili vicessitudini ingiustificate in Messico….da allora resto in Italia e Comunita’ Europea….mi hanno talmente spaventata allora che ….”vedi Playa del Carmen e poi muori”!
Giancarla Carla Mazzon
Cimunque è prudente; portare anche la vecchia carta dI identità 🙂
Maria De Vuono
bentornato!!
Paola Limone
Assurdo!!!